Piano paesaggistico, Pollina invita Legambiente «Per capire che non abbiamo un approccio vecchio»

«La nostra posizione è condivisa da molti sindaci e sono sicura che i firmatari del documento aumenteranno di certo, perché la cosa è molto sentita». Magda Culotta ne è certa: le critiche riservate da 30 primi cittadini del palermitano al piano paesaggistico proposto dalla Soprintendenza sono condivise dal territorio, madonita e non solo. Un approccio che a MeridioNews Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, aveva definito «sbagliato». 

Ecco perché la sindaca di Pollina si rivolge direttamente all’ambientalista palermitano. «Altro che posizione anacronistica – dice – Nessuno sta mettendo in dubbio la disponibilità da parte della soprintendenza a recuperare le osservazioni dei territori. Ma se parti da una base sbagliata dove vuoi andare? Comunque lo invitiamo a Pollina per un incontro pubblico sul tema così ci confrontiamo serenamente e scoprirà da solo che non abbiamo un approccio vecchio e anacronistico».

E alla proposta di confronto Zanna non si sottrae. «Andrò certamente – dice – Il percorso è lungo, al di là delle singole posizioni: attualmente siamo nella fase della concertazione ma poi ci saranno le osservazioni, le valutazioni della Soprintendenza, le controdeduzioni. C’è tutto il tempo per un incontro pubblico. E in ogni caso le valutazioni dei sindaci andranno scritte e riportate nelle osservazioni». E intanto l’ex provincia di Palermo – la più grande, la più popolosa e con il maggior numero di turisti di tutta la Sicilia  – resta ancora senza il piano che dovrebbe dettare le regole per la tutela del paesaggio, previsto dalla legge del 2004.

Sulla vicenda si registra inoltre, almeno per ora, il silenzio anche da parte del presidente della città palermitana, Leoluca Orlando. Che potrebbe essere interpretato come un diniego ad appoggiare le rivendicazioni dei 30 sindaci. Anzi, il primo cittadino del capoluogo siciliano ha più volte elogiato l’attuale piano paesistico (in realtà delle semplici linee guida), vecchio però di 20 anni. Il timore dei primi cittadini è principalmente quello di un’estensione rigida delle aree soggette a vincolo, e dove dunque sarebbe impossibile edificare immobili. Col rischio di ritrovarsi dei «territori mummificati».

Andrea Turco

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