Piano Giovani: “Il Ministero vigilerà sulla Sicilia”

Oggi, a conclusione del workshop nazionale dei consulenti del lavoro a Erice Mare, il segretario generale del ministero del Lavoro, Paolo Pennesi, ha risposto all’allarme lanciato dal presidente nazionale dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, e del presidente dell’Ordine di Palermo, Vincenzo Barbaro, sul Piano Garanzia Giovani della Regione siciliana:
“Il ministero – ha detto Pennesi – sicuramente vigilerà sulle attività che la Regione svolgerà nell’ambito del Piano Garanzia Giovani, che vede 178 milioni di euro del Fse gestiti dalla Regione e poco più di 50 milioni di fondi Pac gestiti dal ministero”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa sul workshop.

Come sappiamo, la gestione fallimentare del click day per l’assegnazione dei tirocini ai giovani under 35, gestito dall’assessorato regionale alla Formazione di Nelli Scilabra, si è conclusa in un enorme flop e ha portato al’apertura di due inchieste giudiziarie: una della Corte dei Conti ed una della Procura della repubblica.

“Abbiamo istituito un’unità speciale – ha riferito il segretario generale – , una struttura di monitoraggio, presso la direzione Mercato e formazione, e fra le realtà da attenzionare maggiormente c’è proprio la Sicilia. Fino a ieri, ad esempio, risultavano registrate 62mila disponibilità in tutta Italia, di cui 34mila solo in Sicilia. Inoltre c’è da vigilare sugli accreditamenti dei soggetti intermediari. Ho sentito qualcuno al ministero osservare, a mo’ di paradosso, che in Sicilia ‘c’è il rischio di accreditare anche il macellaio sotto casa’ , proprio per fare capire come sia più che opportuno tenere alta l’attenzione in questo territorio. Riguardo ai risultati del Piano – ha concluso Pennesi – , vedendo lo scenario in Sicilia sarei contento se alla fine di tutto ciò si avviassero dei tirocini, degli stage e soprattutto degli apprendistati. Il ministero su queste cose non può essere disattento, ce lo impone l’Europa”.

Da parte sua, il presidente della Fondazione consulenti del lavoro, Mauro Capitanio, ha rilevato: “Da collocamento privato, grazie alla nostra rete di 200mila professionisti che gestiscono nel Paese 7milioni di rapporti di lavoro, chiuderemo il 2014 con l’avviamento di 15mila tirocini pagati dalle aziende, di cui il 60% si tradurrà in un rapporto di lavoro. Se fossimo in un mercato libero, il numero sarebbe quadruplicato. E se le Regioni ci accreditassero per il Piano Garanzia Giovani, avremmo centinaia di migliaia di nuovi rapporti favoriti dal nostro rapporto diretto con le aziende”.

“Invece – ha aggiunto il direttore della Fondazione, Enrico Limardo – le Regioni ci vedono come un esproprio dei centri per l’impiego. Si sa che le aziende non si rivolgono a questi servizi pubblici, perché non si fidano. In Sicilia la Regione, per avviare i tirocini, ha attivato un doppio canale, dove il consulente del lavoro deve avere il rapporto autorizzato dal centro per l’impiego. Assistiamo ai funzionari che rallentano le procedure. Addirittura chiedono la vidimazione del registro del tirocinio presso il centro per l’impiego, quando ciò non è previsto dalla legge se a pagare questa esperienza del giovane è l’azienda. La Regione siciliana – ha sottolineato Limardo – , che rispetto ad altre ha compiuto un importante passo in avanti verso l’accreditamento della Fondazione, dovrebbe meglio chiarire ai centri per l’impiego come dare riconoscimento al ruolo del singolo consulente del lavoro come sportello della Fondazione. Attendiamo un’interlocuzione”.

 

 

Redazione

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