In una Sicilia che sta letteralmente affondando, con il governo Renzi che ha scippato da 500 a 600 milioni di euro ai Comuni della nostra Isola e con un governo regionale che ha cercato, senza riuscirsi, di maramaldeggiare un mutuo da due miliardi di euro senza avere nemmeno la lontana idea di come mettere giù un progetto di Bilancio per il 2015, c’è anche spazio per una buona notizia: il sì di Bruxelles alla riprogrammazione di 242 milioni di euro (risorse del Fondo sociale europeo 2007-2013) che, per la prima volta, riguarda, in buona parte, i cinquantenni siciliani che hanno perduto il lavoro.
Il merito di quest’operazione è del dipartimento regionale della Formazione professionale retto da Gianni Silvia. Catapultato in questa disastrata branca dell’amministrazione regionale terremotata, la scorsa estate, dai disastri del flop-day – con le polemiche al vetriolo tra l’ex assessore regionale Nelli Scilabra e la dirigente generale, Anna Rosa Corsello (oggi tornata al suo vecchio ruolo di dirigente generale del dipartimento Lavoro) – Silvia ha ereditato una situazione che definire difficile è poco: sta provando a rimettere in pista i tirocini formativi, lavora con poco personale, deve fronteggiare il governo Renzi che vorrebbe in tutti i modi portare nel Centro Nord Italia le risorse Fse della Sicilia non ancora spese e, nonostante questi problemi, ha trovato anche il tempo, grazie ai suoi collaboratori, di riprogrammare, in favore dei cinquantenni siciliani rimasti disoccupati, 242 milioni di euro. Il passaggio è importante, perché tali risorse potranno essere utilizzate con una programmazione pacata, visto che non ci sarà la fretta di utilizzarle entro il 31 dicembre del prossimo anno. Non solo. La riprogrammazione, una volta definiti gli obiettivi, prevede anche una semplificazione dei controlli.
Ma quello che è importante è la finalità del programma messo a punto dal dipartimento della Formazione. Per la prima volta si punta a dare risposte concrete a un mondo spesso abbandonato dalle pubbliche amministrazioni e, perché no?, anche dall’attenzione generale. Le azioni previste dovrebbero essere molteplici: ci dovrebbe essere la riqualificazione di questo personale attraverso opportuni corsi di formazione e aggiornamento che dovrebbero arricchire i cinquantenni che hanno già alle spalle esperienze lavorative. Grande attenzione dovrebbe essere rivolta ai disoccupati in cerca di nuova occupazione. Ma sono previste anche azioni in favore degli emarginati, dei poveri, insomma verso chi è rimasto indietro. Il programma dovrebbe guardare al mercato del lavoro classico, provando a fare incontrare domanda e offerta di lavoro per cittadini di una classe di età che, nella nostra società, quando perdono l’occupazione, stentano a ritrovarla. Ci dovrebbe essere anche un passaggio dedicato alla ricerca scientifica e, in generale, a lavori che presuppongono una certa specializzazione.
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