Piano Blu per bloccare le trivelle nel mare di Sicilia

Oggi si riunisce la quarta Commissione legislativa Ambiente e Territorio dell’Ars alla presenza del governatore, Rosario Crocetta, e dell’assessore all’Ambiente, Mariella Lo Bello, per discutere il “Piano Blu”. Si tratta del progetto che il presidente della Commissione Ambiente, Giampiero Trizzino, esponente del Movimento 5 Stelle, presenterà insieme a Greenpeace e che tratterà in particolar modo il problema delle trivellazioni “off shore”

“L’obiettivo della Commissione – afferma Giampiero Trizzino – è quello di creare una zona di protezione ecologica che tuteli il nostro mare oltre la fascia delle 12 miglia marine. La nostra economia non è il petrolio. E’ la pesca. E’ il turismo. E’ la cultura di un popolo che nel mare ha trovato le sue origini”.

“Non c’e più tempo da perdere – dichiara Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace Italia a La Stampa di Torino – il mare e le coste siciliane sono letteralmente sotto l’assalto dei petrolieri, favoriti da un Governo centrale – il solito Governo Monti – che punta tutto sul petrolio. È ora che il governatore Crocetta scelga con decisione da che parte vuole stare portando avanti azioni concrete contro le trivellazioni in mare”.

Il “Piano Blu per la Sicilia” e gli altri suggerimenti di Greenpeace indicano alla Regione siciliana passi precisi per intervenire contro le trivelle per la tutela del mare, vero tesoro per lo sviluppo dell’economia della più grande isola del Mediterraneo.

Attraverso il “Piano Blu per la Sicilia” Greenpeace e la quarta Commissione dell’Ars cercheranno di dare al Governo siciliano indicazioni precise per intervenire contro le trivellazioni nel Mediterraneo.

Ci auguriamo che il Governo regionale possa avere spunti sufficienti per creare quella “Zona di Protezione Ecologica” nel Canale di Sicilia, tanto richiesta dal movimento ambientalista, e altrettanti spunti per aggiornare, rielaborandolo, il vecchio PEARS (Piano Energetico Ambientale Regione Siciliana) deliberato dalla Giunta regionale nel 2009, ormai superato.

Ricordiamo che lo scorso 11 marzo 2013 Greenpeace, insieme con i comitati locali e con le associazioni di categoria, aveva chiesto al presidente Crocetta di intervenire, ma che a tutt’oggi questi non ha preso alcuna decisione.

Quella delle trivelle non è la sola emergenza ambientale in Sicilia. Basti ricordare la vicenda del Muos di Niscemi, tutt’altro che chiusa, se è vero che i militari americani non starebbero rispettando il divieto di proseguire lavori disposto dalla Regione con la revoca delle autorizzazioni. (a sinistra, Giampiero Trizzino)

Per non parlare dell’elettrodotto che Terna sta realizzando nella Valle del Mela, in provincia di Messina, sulla testa di migliaia di persone. Quindi l’inquinamento di tutta l’area di Milazzo, i veleni prodotti dalle raffinerie di Augusta, l’inferno di Gela, i problemi di Melilli e Piolo e l’incredibile storia del rigassificatore di Porto Empedocle, che dovrebbe vedere la luce a meno di un chilometro dalla Valle dei Templi di Agrigento. E, naturalmente,l’assalto al mare da parte delle trivelle.

Tutte vicende alle quali il Governo della Regione, se vuole veramente imprimere una svolta alla Sicilia, deve dare precise risposte.

 

Daniela Giuffrida

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