Petrolio: un incidente nel Canale di Sicilia distruggerrebbe il mare da Pantelleria a Lampedusa

COSA SUCCEDEREBBE SE DOVESSE ANDARE IN TILT UNA PIATTAFORMA PETROLIFERA NEL MARE NOSTRUM?

A questa domanda ha risposto uno studio realizzato  dall’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste (Ogs) per conto del WWF che oggi ha presentato i risultati a Palermo.

Ebbene sarebbe una tragedia.  Secondo il report, un unico sversamento nel Canale ”sporcherebbe” gravemente non solo le coste di Pantelleria, ma anche di tutta la Sicilia meridionale e orientale, le Egadi, fino a Lampedusa e addirittura Malta, con impatti devastanti sulla biodiversita’, la salute del mare e delle coste, e conseguentemente il turismo, la pesca e tutti i sistemi economici che in quelle aree dipendono strettamente dal mare.

Il Wwf ricorda che, secondo stime ufficiali, sulla base dei dati forniti dallo stesso ministero per lo Sviluppo economico, nei nostri fondali marini ci sono 10,3 milioni di tonnellate di petrolio di riserve certe, che stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno nazionale per sole sette settimane. Nel Canale di Sicilia ci sono attualmente tre concessioni di coltivazioni idrocarburi (due Eni Mediterranea Idrocarburi, una Edison Eni), 33 pozzi in produzione e 16 pozzi in attesa di andare in produzione.

”Un’unica trivella puo’ rovinare per sempre  interi tratti di coste ancora piu’ incontaminate, coprendo di petrolio un mare ricchissimo di biodiversita’ dal cui benessere dipendono la  vita di tante specie e l’economia di intere comunita’. Vale la pena  sacrificare isole straordinarie come Pantelleria, le Egadi, Lampedusa, la Sicilia stessa, per una risorsa obsoleta, pericolosa per il mare e  per il clima, che anche se estratta coprirebbe il nostro fabbisogno  energetico per poche settimane soltanto? Secondo il Wwf no”, dichiara  Marco Costantini, responsabile Mare del Wwf Italia.

Il Wwf chiede di fermare le trivelle nel Canale di Sicilia, di  istituire un’area protetta a Pantelleria per difenderla da questa  minaccia, e di avviare in Italia un percorso verso un diverso modello  di sviluppo basato sull’efficienza energetica e le energie  rinnovabili. “A Varsavia – aggiunge Gaetano Benedetto, direttore delle politiche ambientali del Wwf Italia – i leader mondiali sono riuniti  in questi giorni per decidere come affrontare il cambiamento climatico galoppante, di cui e’ ormai impossibile ignorare gli impatti. Il  petrolio, e i fossili, non sono la risposta per dare al mondo un  futuro piu’ pulito e piu’ sicuro.

Redazione

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