Pescivendoli al voto per la commissione «Iu votu Juventus, non contiamo niente»

Se in Sicilia il problema è il traffico, alla Pescheria di Catania il problema è il parcheggio. Il coro dei commercianti dello storico mercato etneo è unanime. Fruttivendoli, macellai, pescivendoli, titolari di botteghe di alimentari, secondo tutti non c’è scampo: le strisce blu non bastano, servono altri posti dove lasciare le macchine, meglio se gratis. E sarà probabilmente questa una delle prime richieste della costituenda Commissione di mercato, che avrà il compito di difendere le istanze dei lavoratori di settore nel dialogo con l’Amministrazione. Ieri i 750 proprietari delle bancarelle della fiera di piazza Carlo Alberto avrebbero dovuto votare per eleggere i loro rappresentanti, oggi sarebbe dovuto toccare ai 200 titolari delle licenze commerciali di piazza Alonzo Di Benedetto e dintorni. Ma in entrambi i casi il condizionale è d’obbligo, perché con 49 voti nel primo caso e una ventina nel secondo non si è raggiunto il quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto. Di conseguenza, le urne saranno riaperte i prossimi 30 e 31 luglio, nella speranza di una maggiore affluenza.

«Tanto noi pescivendoli non contiamo niente», afferma Giuseppe Costanzo, eletto in Commissione per due mandati consecutivi da due anni ciascuno, e adesso in lizza per la riconferma. «Non abbiamo alcun potere, diciamo soltanto cos’è che non va e non cambia niente, e spesso sono gli stessi colleghi a ostacolarci», si lamenta. Lui ha un lungo banco con il quale vende il pesce fresco. Sul muro, a vegliare sulla sua attività commerciale, il calendario di questo mese dedicato a Benito Mussolini. «Quello che ci vuole in Pescheria è più ordine, servono delle pedane per terra dove la gente possa camminare, bisogna che impariamo tutti a tenere un comportamento più composto – aggiunge – E poi la pulizia deve partire in primo luogo da noi». Certo, se il Comune fosse più efficiente male non sarebbe: «Il fatto è che ci buttano a terra in tutti i modi. Quando vengono a fare i controlli passano prima da noi, che siamo regolari, e solo alla fine, se hanno tempo, vanno a vedere tutti gli abusivi che ci sono vicino agli archi della marina». Ma, precisano in coro altri pescivendoli, pure gli abusivi devono lavorare, perché tanto «un poco evadiamo tutti: se io devo mandare a casa un lavoratore di 50 anni per pagare l’Inps, mi tengo il lavoratore e l’Inps non la pago. Che faccio? Lo lascio in mezzo alla strada?».

«Una volta qui era più pulito e più ordinato», ricorda Salvatore, che vende pesce congelato accanto a Costanzo. E gli fa eco un altro Salvo, dal suo banco pieno di rossissimi tranci di tonno: «Se solo qua quelli che hanno i banchi quando se ne vanno non lasciassero lo schifo!». «Servirebbe un servizio più efficiente della polizia municipale, un controllo vero, perché sennò a fare la meglio vita sono i borseggiatori», continua Turi. «Quante volte capita che i turisti vengono qua per spendere qualche carta da cinque euro, si mettono le mani in tasca e i cinque euro non ci sono più», racconta Franco da dietro al banco di un negozio di alimentari, mentre una signora di mezza età, passando accanto a un ragazzo col motorino, si stringe la borsa. «Li vede gli scooter? Manco dovrebbero entrare! La polizia, i carabinieri, quello che è, devono fare le ronde, solo così tornerà un poco di pace».

Nel frattempo, davanti al seggio di piazza Alonzo Di Benedetto, proprio alle spalle della fontana dell’Amenano, gli altri tre candidati – i posti in commissione, in totale, sono quattro – osservano i pochissimi colleghi che vanno a votare. Sono Giovanni Antonio Bonaccorso per i venditori di generi alimentari, Michele Longo per i fruttivendoli e Salvatore Mirabella per i macellai. «Bisogna ammodernare questo mercato – affermano in coro, suggerendosi le parole l’un l’altro – Bisogna rinforzare il servizio di autobus, fare nuovi parcheggi gratuiti e mettere i bagni pubblici, in primis». Le altre proposte, se e quando saranno eletti, le vogliono presentare direttamente al primo cittadino Enzo Bianco. In quel frangente, passa un uomo piuttosto anziano: «Pippo, tu cu voti?», gli urla qualcuno. La replica è immediata e ironica: «Iu votu Juventus».

«Le associazioni di categoria, più volte interpellate, non hanno proposto nessun nome per il quinto candidato, quello da eleggere tra i proprietari delle botteghe delle vie limitrofe alla Pescheria», interviene Giuseppe Fichera, responsabile dell’Area mercati dell’assessorato alle Attività produttive. Il dipendente del Comune etneo rimanda poi al mittente le accuse formulate ieri da Salvo Politino, direttore di Confesercenti Catania, che ha inviato alla stampa un comunicato in cui si definiva «del tutto irregolare una consultazione per l’elezione della Commissione di mercato di piazza Carlo Alberto», poiché convocata «senza dare obbligatorio e congruo preavviso tale da permettere agli operatori di presentare le candidature né di potere partecipare alle consultazioni stesse». «Il primo incontro organizzativo per queste elezioni, alla presenza di tutte le associazioni di categoria tra le quali Confesercenti – dichiara Fichera – è avvenuto il 27 novembre 2013». Da allora, ce ne sono stati altri e «con una determina dirigenziale datata 12 dicembre 2013 queste elezioni sono state indette per lo scorso maggio, poi posticipate a oggi per questioni organizzative». Da dicembre 2013 a luglio 2014 Fichera sostiene siano stati pubblicati avvisi, annunci sui quotidiani e inviati comunicati ufficiali del Comune: «Fino ad arrivare al 17 luglio, quando abbiamo inviato un’ulteriore lettera a tutte le sigle sindacali affinché ci proponessero dei nomi da candidare tra i bottegai». Ma nessuno si sarebbe fatto vivo.

Luisa Santangelo

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