Pescherecci siciliani sequestrati: il ruolo inutile di Coppem e Distretto della pesca

Vorremmo porre qualche domanda al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, a proposito dei pescherecci sequestrati dai libici. Sappiamo che non ci risponderà, ma noi le domande lo poniamo lo stesso.

Da quasi un decennio la Regione siciliana finanzia un organismo – che si chiama Coppem – che dovrebbe consentire alla Sicilia di stabilire rapporti di amicizia con i popoli del Mediterraneo. Il primo a finanziare questo  strumento è stato l’ex presidente della Regione siciliana, Totò Cuffaro. Poi, nel 2008, è arrivato il presidente Lombardo.

I finanziamenti regionali al Coppem sono sempre stati cospicui. L’anno scorso, se non ricordiamo male, la Regione ha erogato al Coppem un contributo a fondo perduto pari a un milione e 200 mila euro. Quest’anno, nonostante i gravissimi problemi di bilancio, circa 600 mila euro.

L’attività del Coppem, ovviamente, non è quella di tenere buoni i libici che, sin dai tempi di Gheddafi, in barba al diritto internazionale, hanno esteso da 12 miglia a oltre 40 miglia le loro acque territoriali. Ma compito del Coppem dovrebbe essere quello di tenere i canali aperti con i Paesi del Mediterraneo, Libia in testa.

Ora, con rispetto parlando, non ci sembra che, fino ad ora, il Coppem abbia fatto qualcosa di utile nella vicenda dei pescherecci siciliani sequestrati dai libici. La dimostrazione che la Regione siciliana dovrebbe stare un po’ più attenta prima di spendere una barca di soldi ogni anno per tenere in piedi strutture che sia in termini di prevenzione, sia al momento del bisogno, non servono assolutamente a nulla.

La stessa cosa si può dire del Distretto produttivo della pesca di Mazara del Vallo. E’ un’altra struttura finanziata dalla Regione siciliana. Non è ai livelli stratosferici del Coppem, ma ha pure una certa importanza in termini economici e finanziari.

Ebbene, da anni sentiamo parlare di collaborazione tra il mondo della pesca siciliana e i Paesi che si affacciano nel Mediterraneo. Si ipotizzano accordi, collaborazione, contratti e via continuando. Tutte cose giustissime e bellissime. Poi, però, quando si arriva al dunque – e cioè davanti al sequestro dei pescherecci siciliani – tutte le belle parole che sentiamo ripetere dai vertici del Distretto produttivo della pesca di Mazara vanno a farsi benedire.

La verità è che la Sicilia avrebbe dovuto avere una politica mediterranea. Sotto il profilo politico, il Coppem e il Distretto produttivo, sono, anzi avrebbero potuto essere due intuizioni felici. Abbiamo invece la sensazione che questi due organismi altro non sono che due ‘stipendifici’ a carico del bilancio regionale. Due realtà che non funzionano: né sul piano della prevenzione degli ‘incidenti’ con i Paesi del Mediterraneo, né su quello della gestione delle emergenze.

Detto in soldoni, la Sicilia, Regione Autonoma, non ha nemmeno uno straccio di politica mediterranea. Presidente Lombardo: Coppem e distretto produttivo della pesca sono veramente utili nel tenere i rapporti con il Mediterraeo?

Blasco da Castiglione

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