Perché Rita Borsellino può vincere

Oggi proveremo a dimostrare che, in questa fase politica – e alla luce di quanto sta emergendo in queste ultime ore – la migliore candidatura della Sinistra alla presidenza della Regione siciliana è quella di Rita Borsellino. Certo, potrebbero venire fuori altre candidature, tutte altrettanto autorevoli. Ma a nostro avviso, in questa fase, Rita Borsellino ha ottime possibilità di fare vincere la Sinistra siciliana.

Quando parliamo di Sinistra – ovviamente – non ci riferiamo al Pd siciliano, Partito dall’identità ‘debole’ (debolezza che ha ereditato dal vecchio Pci siciliano) e ormai totalmente privo della discriminante antimafiosa. Ci riferiamo, invece, allo schieramento che vede insieme Italia dei Valori, Sel, la Federazione della Sinistra e i Verdi. Proviamo a illustrare perché questo schieramento politico – magari con Rita Borsellino candidata – può vincere le elezioni regionali del prossimo 28 ottobre.

L’ufficializzazione della candidatura di Rosario Crocetta alla presidenza della Regione siciliana da parte del Pd dell’Isola rende tutto più chiaro. Lascia capire che, in realtà, dentro questo Partito, le divisioni sul Governo Lombardo non ci sono mai state. Erano solo finte divisioni per cercare di non perdere troppi elettori, se è vero che la base, in larga maggioranza, ha sempre rifiutato – e lo rifiuta tutt’oggi – l’alleanza con Lombardo.

La base del Pd siciliano è molto più sana della dirigenza di questo Partito e, soprattutto, dei parlamentari – nazionali e regionali – che il Pd esprime in Sicilia. Per gli iscritti, per i militanti e per i simpatizzanti di questo Partito la lotta alla mafia è una cosa seria. Da qui il rifiuto categorico – da parte di tanti iscritti, militanti e simpatizzanti – di vedere il Pd siciliano umiliato e offeso da un accordo politico con un presidente della Regione inquisito pee mafia.

Ora, però, il Pd dell’Isola è costretto venire allo scoperto. La candidatura di Crocetta è il tentativo, quasi disperato, di far dimenticare che per quattro anni il Partito ha governato la Sicilia – peraltro in modo non brillante – con un presidente
rinviato a giudizio per mafia.

Per il Pd siciliano, che nei giorni scorsi ha siglato un accordo con l’Udc, i passaggi politici ed elettorali più difficili debbono ancora arrivare. In primo luogo c’è il voto per l’elezione del presidente della Regione e per il rinnovo dell’Ars. Ma prima del voto il Pd dovrà cercare di far ‘digerire’ alla base la possibile alleanza elettorale con l’Mpa di Lombardo.

In questa fase sembra che l’Mpa di Lombardo, Fli, l’Mpa di Riccardo Savona e l’Api debbano ‘correre’ per i fatti propri, magari con un candidato che potrebbe essere Fabio Granata o Massimo Russo. In realtà, sia Lombardo, sia Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia – che sono ancora e più di prima i veri ‘capi’ del Pd siciliano – sanno che andare alle elezioni divisi sarebbe un suicidio politico ed elettorale. Per provare a fare vincere Crocetta, il Pd, l’Udc e l’Mpa di Lombardo debbono andare insieme. Altrimenti hanno perso in partenza.

Lombardo, da parte sua, è ormai relativamente interessato al centrosinistra. Da buon trasformista, non disdegnerebbe l’alleanza con il centrodestra. Ed è per questo che l’ex ministro Stefania Prestigiacomo, sta cercando di intruppare l’Mpa di Lombardo nello schieramento che dovrebbe sostenere Gianfranco Miccichè.  

Per Cracolici e Lumia, invece, l’alleanza con Lombardo è fondamentale. Ma non possono comunicarlo ufficialmente, perché è già difficile – soprattutto con una Sinistra che si presenta agguerrita, con riferimento a Italia dei Valori da un lato e all’asse tra Sel, Federazione della Sinistra e Verdi dall’altro lato – far ‘digerire’ alla base già delusa del loro Partito l’alleanza con l’Udc. Ma tra qualche settimana saranno costretti, anche su questo fronte, a venire allo scoperto. E lo dovranno fare prima, o contesualmente, alle mosse di Lombardo, di Fli, Mps di Savona e Api, tre formazioni che dovranno provare a sopravvivere.

Fino ad oggi Carmelo Briguglio, leader del Futuro e libertà in Sicilia, è stato molto abile nel tenere il proprio Partito dentro il Governo della Regione. Ma, adesso, con il voto vicino, dovrà scegliere. Se i finiani di Sicilia andranno da soli, molto difficilmente raggiungeranno il 5 per cento. Anche l’eventuale alleanza con l’Mps di Savona e Api significherebbe poco. L’Api in Sicilia, vale, sì e no, lo 0,2-0,3 per cento. Mentre Savona alle elezioni comunali di Palermo, da presidente della commissione Bilancio e Finanze dell’Ars (la più importante del Parlamento dell’Isola), con l’incondizionato appoggio del Governo regionale e scegliendo uno per uno – nella sua base elettorale – i 50 candidati al Consiglio comunale che ha messo in pista – si è fermato al 3,5 per cento. In pratica, un flop. Traslato sul piano regionale, il Movimento di Savona vale quanto l’Api (o forse meno).

Tra l’altro, Fli ha un serio problema di collocazione politica. Fino a quando le elezioni sono lontane, si può pure provare a ‘rutuliare’, entrando a far parte di un Governo regionale che, in quanto presieduto da Lombardo, non ha per definizione identità politica. Ma al momento del voto anche Briguglio deve scegliere. Posizionare il suo partito in un’alleanza con il Pd, per giunta con la candidatura di Crocetta, sarebbe un suicidio. Né, ovviamente, seguirà Lombardo, se quest’ultimo, come abbiamo già accennato, dovesse ‘chiudere’ l’alleanza elettorale con Pd e Udc.

Se lo scenario sarà questo – e tutto lo lascia supporre – Briguglio potrebbe ricollocare il suo partito nel centrodestra, magari sulla base di precise garanzie.

Lo stesso scenario apre grandi spazi di manovra al candidato di Sinistra. Rita Borsellino – o un altro candidato o candidata – parte da un vantaggio oggettivo: i malumori della base del Pd, una base ormai completamente scollegata dai vertici di questo Partito.

Già in questa fase Rita Borsellino – che noi, lo ripetiamo, riteniamo la migliore candidatura possibile in attesa di un altro nome, ammesso che tale nome emerga – potrebbe essere il riferimento di quanti, nel Pd, sono scontenti di quattro anni di Governo con Lombardo e, adesso, dell’alleanza con i democristiani dell’Udc.

Comunque vadano le cose, Rita Borsellino dovrebbe avvantaggiarsi. Se Lombardo si alleerà con il centrodestra Rita Borsellino non dovrebbe avere grosse difficoltà a batte Crocetta. Se Pd, Udc e Mpa di Lombardo sosterranno insieme Crocetta (cosa non improbabile), questo schieramento sarà più forte, ma non più forte di Rita Borsellino, per il semplice fatto che si verificherebbe un gran travaso di voti dal Pd (che uscirebbe massacrato dalle elezioni) verso i partiti di Sinistra che sostengono Rita Borsellino. Morale: Crocetta perderebbe lo stesso.

A conti fatti, Crocetta protrebbe vincere in un solo caso: se riuscisse a convincere Leoluca Orlando, Rita Borsellino, Claudio Fava e tutta la Sinistra, compresi e Verdi, a votare per lui. Cosa molto improbabile. Per un motivo semplice: perché, a differenza di Crocetta, di Cracolici, di Lumia e di Lombardo, per la Sinistra siciliana (e quindi per Orlando, Rita Borsellino, Sel di Claudio Fava, Federazione della Sinistra e Verdi) la pregiudiziale antimafiosa è una cosa seria e non qualcosa che si baratta per clientele e assessorati regionali.

A conti fatti, il vero avversario di Rita Borsellino – o dell’eventuale candidato della Sinistra siciliana – non è Crocetta, ma il centrodestra. Soprattutto se questo schieramento ‘chiuderà’ l’accordo su Gianfranco Miccichè, che – nonostante le divisioni – resta il candidato più insidioso di questo schieramento politico.

 

 

Redazione

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