Perché non nominare Franco Piro assessore all’Economia?

Anche su questo giornale on-line, che spesso cortesemente mi ospita e che quindi ringrazio, ho riscontrato molto spesso opinioni, naturalmente legittime, che mi lasciano troppo spesso perplesso. Mi sono chiesto se, chi sguaina la spada per la difesa di un certo tipo di autonomia, sia consapevole di quel che scrive e abbia seriamente a cuore le sorti della nostra terra o se invece si accontenti solo dei grandi proclami o dell’agitare questioni di principio.

Il caso della nomina di un assessore esterno, che per mia insufficienza non conosco, ma che si dice essere di alto profilo, ha ad esempio suscitato una discussione, a mio modo di vedere inconsistente, circa la validità o meno della nomina. Il fatto grave che inficierebbe la scelta, a detta di molti, è che il predetto signore non sia siciliano. Proprio il fatto di non essere siciliano, al di là della competenza in un settore, che i suoi predecessori siciliani tutti, hanno devastato, gli impedirebbe di assolvere bene il suo delicatissimo incarico.

Mi sia permesso di dire che quest’affermazione rasenta la ridicolaggine, se non fosse dettata da preconcetti o da secondi fini e fa il paio con le stupidaggini a cui il pensiero leghista, ma esiste un tal pensiero!, ci ha da tempo abituati. Più seria è invece la tesi che anche in Sicilia, nonostante tutto, ci sono risorse adeguate all’abbisogna.

Non voglio dare giudizi sui nomi che gli aficionados di questo giornale, con insistenza, ripropongono e sui quali, almeno per qualcuno esprimo perplessità, voglio invece indicare un nome, ricordandolo al nostro Presidente della Regione, che, a mio giudizio, sarebbe stato quello giusto in questo difficile momento. Parlo dell’onorevole Franco Piro (foto a sinistra), una delle pochissime persone serie che ancora esistono nella poco praticabile arena politica. Piro, se la memoria dei Siciliani non fosse così corta e selettiva da dimenticare le cose buone, è stato il migliore assessore al Bilancio degli ultimi trent’anni, bisogna andare indietro e arrivare fino a Mattarella per trovarne uno pari.

Pur essendo stato assessore di un Governo che è durato troppo poco, e pur avendo colleghi, e qualcuno di essi danno ne ha fatto non poco, che non andavano pazzi per il suo rigore, ebbene, è riuscito nel miracolo di rimettere i conti in ordine. Sforzo titanico, frutto di competenza, impegno e di serietà d’intenti. Dopo di lui, politiche scorrette, uso dissennato delle risorse, il cosiddetto “populismo di bilancio” e, magari, corruzione diffusa, hanno consumato nel breve tempo il cosiddetto ben fatto.

Anche in questa occasione, visto che Crocetta aveva promesso di fare la rivoluzione, e rivoluzione dovrebbe significare semplicemente mettere al centro gli interessi del cittadino, era circolata la voce che Franco Piro sarebbe stato richiamato a quel difficile incarico. Purtroppo, non è avvenuto, forse perché c’è sempre qualcuno che ha più interesse a promuovere affari e molto altro, piuttosto che rispondere alle sacrosante domande di crescita civile e sociale della gente di Sicilia. Un errore, che spero non si scarichi sul nuovo Governo, anche perché chi ne pagherebbe le spese non sarebbe altri che la nostra terra e i nostri conterranei.

Pasquale Hamel

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