La nostra tesi labbiamo lanciata ieri e la ribadiamo oggi: la tabella H verrà impugnata perché così ha voluto la politica siciliana. Il motivo è nelle cose. Su 25 milioni di euro di spesa, le attività culturali pesano, sì e no, per 5 milioni di euro. Il resto non si capisce che cosa siano. O meglio, si intuisce benissimo: clientele allo stato puro.
Sarebbe bastato – e questo avrebbe dovuto proporlo il Governo regionale – discernere le attività culturali da tutto il resto. Ovvero gli Enti, le Associazioni e le Fondazioni che si occupano veramente di cultura senza fare la cresta da tutto il resto. Invece Governo e Ars hanno preferito mettere tutto in un unico mazzo.
Perché? Semplice: perché all affacciata, come si dice dalle nostre parti, tutti sono stati accontentati: soggetti culturali e soggetti clientelari. Di fatto, si è creato un grande calderone nel quale il bene e il male si fondono e si confondono.
Tutto questo, lo ripetiamo, è stato fatto apposta. Per sollecitare limpugnativa del Commissario dello Stato. Perché non si possono spendere 25 milioni di euro per finanziare, in buona parte, clientele allo stato puro. Mentre soggetti che, da sempre, si occupano di cultura nell’interesse della collettività sono state penalizzate con contributi irrisori.
Il Commissario dello Stato impugnerà la tabella H. E la Regione avrà a disposizione 25 milioni di euro in più per altre spese. Quali? E inutile che ci giriamo attorno: per altra spesa corrente.
Di fatto, anche se in modo gesuitico, il Governo di Rosario Crocetta, ancora una volta, si è comportato da commissario liquidatore, liquidando anche la tabella H.
Per carità: è una scelta politica. Condivisibile per i 20 milioni di euro di clientele allo stato puro. Ma non condivisibile per i 5 milioni di euro di attività culturali che – lo ribadiamo ancora una volta – avrebbero dovuto essere scorporate da tutto il resto.
La verità è che, nelle intenzioni di Governo e Ars, la Sicilia non ha più bisogno di attività culturali. A nostro avviso, è una scelta folle. Ma, lo ribadiamo, è una scelta adottata dall’attuale politica siciliana. Scientemente. Una politica che ha messo in piedi tutto questo ambaradan della tabella H per farsela bocciare.
A riprova di quanto stiamo dicendo cè il fatto che alcune importanti strutture che si occupano di cultura non hanno ancora ricevuto i soldi – sempre della tabella H – dellanno passato. Qualche soggetto che, in Sicilia, si occupa di cultura ha già chiuso i battenti. E altri Enti, altre Fondazioni e altre Associazioni culturali della Sicilia chiuderanno.
La cultura, in Sicilia – nella Sicilia del Governo Crocetta e dellattuale Assemblea regionale siciliana – non è più una priorità. E qualcosa della quale la politica siciliana, già da tempo, ha deciso di fare a meno. E si vede.
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