Perché il Pd, difendendo l’Imu, l’euro e l’Unione Europea controllata dalla Germania, sta di nuovo regalando l’Italia a Berlusconi

di Economicus

Abbiamo una brutta sensazione. E la sensazione è che, di diritto o di rovescio, consapevolmente o inconsapevolmente, si stanno ricreando le condizioni per riconsegnare l’Italia a Berlusconi. Non sono tanto gli aeroplani che ieri hanno sorvolato mezza Italia – anzi, per essere precisi, il Nord Italia – con gli striscioni “Forza Silvio” e “Forza Italia” a farcelo immaginare, quanto tutto il contesto politico italiano che sembra lavorare per il Cavaliere.

Già la condanna per evasione fiscale in un Paese dove le imprese pagano il 68 per cento tra imposte e tasse dice tutto. Come ha giustamente ammesso anche il responsabile economico del Pd, Fassina, in Italia si evade il Fisco per sopravvivere. In questo scenario è ovvio che il Cavaliere si presenti come una ‘vittima del sistema fiscale’.

Non solo. In un Governo – parliamo del Governo Letta – praticamente bloccato, Berlusconi è l’unico che lancia un segnale preciso ai cittadini italiani: l’abolizione dell’Imu.

Il messaggio sull’Imu di Berlusconi non è da prendere come uno scherzo. Il Cavaliere, in campagna elettorale, si è impegnato ad abolire subito l’Imu sulla prima casa e a ridiscutere un’imposta palesemente incostituzionale. Se non ha vinto le elezioni è perché partiva con uno svantaggio enorme rispetto al centrosinistra.

Da quando il Governo Letta si è insediato, Berlusconi e i suoi Ministri non hanno fatto altro che ripetere che l’Imu va abolita. Mentre Letta e il Pd, di fatto, stanno difendendo l’Imu.

Ancora una volta – come già avvenuto nel 1994 – la Sinistra italiana si sta suicidando. Di fatto, nell’immaginario collettivo, è ormai passato il messaggio che il Cavaliere vuole abolire l’Imu e le tasse, mentre Letta e il Pd non solo non vogliono saperne di abolire l’Imu ma, su input dell’Unione Europea, si accingono a massacrare con altre tasse gli italiani.

L’immobilismo politico della Sinistra italiana non ha confini. Di fatto, in Italia, è la forza politica che è rimasta a fare la ‘guardia al bidone’. Dove il ‘bidone’ è rappresentato da un’Unione Europea delle banche, della finanza speculativa e dell’euro.

Ormai le famiglie e gli imprenditori hanno capito che l’indebitamento pubblico italiano alimenta una spesa pubblica sempre più avara e una speculazione sempre più arrembante. Detto in parole più semplici, ormai solo una minima parte delle tasse e delle imposte pagate dagli italiani vengono impiegate per fornire servizi ai cittadini.

Ormai è chiaro a tutti che i soldi che escono dalle tasche degl’italiani servono per lo spread e per mantenere l’Italia nell’euro. Chi non ha capito questo, non ha capito nulla.

Circa sei mesi fa questo giornale – e non era un articolo a mia firma – ha scritto una cosa che ho letto su pochi altri giornali italiani: e cioè che il 41 per cento del Pil (Prodotto interno lordo) dell’Unione Europea va alle banche. Tutto vero.

Oggi i soldi pagati dagli italiani con le tasse e con le imposte prendono la via di Bruxelles. A dimostrarlo c’è il fatto che tutte le Regioni italiane, tutte le Province e quasi tutti i Comuni sono senza soldi. Questi i presidenti delle venti Regioni italiane lo sanno benissimo. E lo sanno pure i presidenti delle Province che, non a caso, stanno per essere abolite per mancanza di soldi. E lo sanno anche i Sindaci, se è vero che lo Stato ha ridotto drasticamente i trasferimenti anche i Comuni.

Perché lo Stato italiano aumenta a dismisura le tasse, massacra gli italiani e, contemporaneamente, riduce drasticamente i trasferimenti alle Regioni, abolisce le Province e affama i Comuni?

Risposta semplice: perché ormai quasi tutti i soldi che toglie dalle tasche degl’italiani finiscono a Bruxelles!

Gli italiani non pagano più le tasse per mantenere i servizi del proprio Paese, ma per restare l’Italia nell’Unione Europea. Una totale follia.

Lo scenario, lo ribadiamo, è già chiaro nelle menti degl’italiani. Che hanno già capito che a difendere questo sistema folle è il solo Pd. Mentre il Cavaliere si sta sganciando. Per non parlare del leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, che, per onestà di cronaca, è stato il primo leader politico – e in tempi non sospetti – a parlare di referendum sull’euro.

Di fatto, con il trucco del debito pubblico e dello spread, l’Italia e altri Paese europei stanno pagando a Berlino le ‘rate’ dell’unificazione della Germania. Il tutto con la scusa dell’Unione Europea che, ormai, non è altro che un’estensione dell’ ‘Impero’ germanico.

La Sinistra italiana si svegli. Abbandoni l’europeismo che non esiste più e faccia gli interessi degli italiani, promuovendo a tamburo battente l’uscita dell’Italia dall’euro. E’ l’unico modo per tagliare le gambe al Cavaliere.

Può sembrare una posizione drastica. Ma non lo è. E’ solo una posizione ragionevole. Si tratta solo di anticipare un dibattito che, tra pochi mesi, coinvolgerà anche l’Italia. Ci vuole solo un po’ di coraggio.

 

Giulio Ambrosetti

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