Percepiscono il reddito di cittadinanza e puliscono le strade I dubbi del Pd e del M5s: «Non si trasformino nei nuovi Pip»

«Se il reddito di cittadinanza deve essere anche reddito di dignità, noi saremo pronti a fare svolgere lavori utili a coloro che ricevono questi soldi dallo Stato. Ma aspettiamo che dal governo nazionale arrivino istruzioni e informazioni». Sulla propria pagina Facebook il sindaco Leoluca Orlando commenta così la notizia del gruppo di persone che hanno ricevuto il sussidio pentastellato e hanno scelto di operare in maniera gratuita e volontaria un servizio di pulizia del verde, a partire dalla Kalsa e poi in vari quartieri. Sono 16mila i palermitani, in tutto, che ricevono il reddito di cittadinanza. E il Comune, dunque, pensa a loro per coprire le mancanze dell’amministrazione, soprattutto per quel che riguarda il decoro e la cura del verde pubblico. Anche se c’è chi solleva dubbi sull’opportunità di iniziative del genere – l’ultima in tal senso è nata allo Zen, su input del vicepresidente della settima circoscrizione Fabio Costantino. Il mantra è sempre quello: non vogliono restare seduti sul divano (tormentone lanciato dal vicepremier Luigi Di Maio) ma vogliono rendersi utili alla comunità. E in questo caso Partito Democratico e Movimento cinque stelle, quasi sempre avversari, convergono. «No a cooperative che svolgono lavori per il Comune e poi chiedono di essere stabilizzati, non si crei un nuovo caso Pip» è l’allarme lanciato all’unisono dai capigruppo per il Pd e il M5s al Consiglio comunale, rispettivamente Dario Chinnici e Antonio Randazzo

A lanciare per primo il tema è stato Chinnici, che ha commentato in questo modo il caso dell’associazione Basta Volerlo, nata alcuni giorni fa su iniziativa di alcuni percettori del reddito. A seguirli c’è il consigliere comunale di Palermo 2022 Giulio Cusumano. «Li abbiamo fatti nascere noi come associazione – specifica – per organizzarsi meglio. Ci ha contattato per prima Davide Grasso, che gestisce un Caf, che a sua volta è stato raggiunto da alcune di queste persone. Che vogliono rendersi utili. La legge d’altra parte lo prevede, ma il governo continua a prendere tempo. Iniziative del genere possono essere anche un modo per pubblicizzarsi, in un certo senso. L’importante è che si rimanga associazione di volontariato, che non si creino cooperative o cose del genere, cioè che non si strumentalizzi l’azione. Anche io sono stato chiaro con loro: fino a quando si parla di supporto nel senso di palette nuove o di una maggiore visibilità io ci sono. Ma se partono richieste di assunzioni di lavoro o simili io li mollo».

Ed è proprio questo il rischio lanciato da Chinnici. «Io mi rivolgo soprattutto alla politica, che potrebbe illudere queste persone – dice l’esponente Pd – A me va bene che la gente si impegni per la città, non mi sta bene che ci sia su chi questo legittimo desiderio voglia poi specularci. Attraverso episodi che hanno creato notevoli danni, soprattutto alle nuove generazioni». Il rischio cioè è che la storia si ripeta. «Questo è il dramma – continua Chinnici – Per evitare tutto questo dovranno poi essere gli enti locali a individuare i soggetti adatti, non possono essere certo i consiglieri a mettere pettorine e provare a tracciare la strada. È un’azione un po’ squallida, che si faceva negli anni ’90. Cosa dobbiamo aspettarci, dunque, che poi queste persone vengano a bussare al Comune tra qualche tempo per chiedere di essere stabilizzate? Sono cose che non possiamo più permetterci. Oggi c’è chi è costretto a emigrare o resta senza lavoro, proprio perché si sono create queste sacche di precariato che restano problemi irrisolti. E parlo a tutti, compreso alla mia stessa maggioranza». 

Dubbi sui quali Cusumano ribatte immediatamente. «Da una vita mi batto proprio contro questo sistema di Pip e cooperative varie – dice il consigliere di Palermo 2022 -, tutto mi viene in mente tranne che alimentare ciò. Qualche battuta qualcuno la fa, ma il grosso delle persone è sulla mia linea. Facciamo parlare loro: c’è chi fa il falegname, chi l’indoratore, sta a loro poi mettersi in mostra. Lo spirito del reddito tra l’altro è proprio quello di un accompagnamento al lavoro. Ho spiegato anche al presidente Rap la bontà dell’iniziativa, per creare azioni in sinergia. Si tratta comunque, è bene ribadirlo, di una forma di volontariato che non intralcia chi lavora e che vuole regalare qualcosa alla città. Anche perché il lavoro nero non è consentito, quindi qualcosa bisogna inventarsi. Buona parte di queste persone prendono il sussidio completo, ma finito questo dovranno trovare altro. Per questo abbiamo deciso di lanciarci per strada, in modo tale che qualche commerciante o qualche azienda possa notare questa gente per bene. Anche perché la legge prevede dei buoni sgravi fiscali per chi assume persone che percepiscono il reddito di cittadinanza». 

La misura del M5s, dunque, continua a far discutere. Da una parte Chinnici afferma che «non è sufficiente, sarebbe stato meglio dare queste somme alle imprese per formare e assumere direttamente le persone». Dall’altra è lo stesso consigliere pentastellato Antonino Randazzo a riconoscere che «tutto quello che sta avvenendo non è quello che prevede la legge, si sta facendo solo demagogia. Io mi auguro che non stiano anche raccontando frottole – dice ancora Randazzo – Il governo deve fare il passo del decreto attuativo, questo è indubbio, per mettere i Comuni nelle condizioni di poter operare. Io da parte mia ho informato Roma. Senza il decreto, infatti, non possono partire i lavori di pubblica utilità legati al reddito di cittadinanza. Quello che ha detto Chinnici preoccupa anche me. I volontari esistono da sempre, anche in questa città, ma la preoccupazione resta».

Andrea Turco

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