Da una nostra lettrice riceviamo e pubblichiamo una lettera che abbiamo titolato “Pensavo fosse la Santa messa, invece era un calesse” parafrasando il famoso film di Massimo Troisi “Pensavo fosse amore, invece era un calesse”. Leggiamola insieme:
“Cara redazione
consentitemi, se potete uno sfogo. Oggi, dopo un po’ di tempo lo confesso, sono andata a messa. Una bella chiesa palermitana gremita di gente. Mi ha fatto impressione, in senso positivo, vedere così tante persone, in una bella domenica d’autunno che sembra più una primavera, radunate in quella sacra assemblea.
Poi, però, la bella impressione è svanita quasi subito. E mi sono ricordata perchè era tanto tempo che non andavo e, soprattutto, so che non ci tornerò. La chiesa in questione è nel quartiere dove vivo da quando sono nata. Ragion per cui ho riconosciuto i volti di tante persone. Alcuni mi hanno anche richiamata all’ordine: “Quanto tempo che non ti si vede a messa!” mi hanno detto.
E già. Peccato che, a loro, andare a messa non serve a granché. Un minuto dopo la fine della celebrazione, tornano ad essere quelli di sempre. Tra i banchi sacri ho visto il pessimo padre di famiglia, la moglie egoista e prepotente, la donna interessata solo a quanto guadagna il suo compagno, il politico inquisito, il falso moralizzatore, il giudice del bene e del male che non sa guardare alla sua gobba, la ragazza capricciosa, il ricco avido. E tutta una serie di personaggi che dei valori cattolici non hanno certo fatto la loro guida di vita.
A che serve, allora, andare a messa? Un gesto ipocrita per poi tornare dal lunedì in poi, le pessime persone di sempre?Che cosa ci vanno a fare se poi non sanno cosa sia la comprensione, l’umiltà, la solidarietà, la bontà, il perdono? Cosa ci vanno a fare se poi dimostrano, in mille modi, odio e intolleranza verso gli altri esseri umani, che magari hanno la sola colpa di essere diversi da loro? Con delusione e amarezza”
Laura
Cara Laura, poni un tema difficile da affrontare in poche righe. Posso dirti che sono d’accordo con te. Ho un grande rispetto per tutte le religioni e da tutte mi tengo alla larga. Posso aggiungere che, ciò che è certo, è che una bella persona non si misura dalle volte che va a messa. Anzi. Nella nostra società, spesso, andare in chiesa è solo un rituale meccanico, come tu stessa dici. Mio padre, ad esempio, non ha mai messo piede in una chiesa, eppure nella sua vita ha dimostrato di incarnare meglio di molti sedicenti cattolici i valori tipici del cristianesimo (che poi sono comuni a molte religioni). Per il resto, ognuno risponde alla propria coscienza. Ma certo non permettere a nessun ‘messalino’ di sentirsi superiore a te. Non lo è. Spesso è un’ipocrita, e non c’è nulla di peggio. A presto. A.S.
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