È arrivata nella giornata di ieri la sentenza per quattro paternesi, rispettivamente di 56, 44, 22 e 27 anni, accusati di violenza sessuale aggravata, atti sessuali con minorenne, corruzione di minorenne e violenza sessuale di gruppo. I quattro uomini sono stati giudicati con rito abbreviato davanti alla giudice per le udienze preliminari Anna Cristaldi. Vittime degli abusi tre minori. Il 56enne è stato condannato a 12 anni di carcere; il 44enne a nove anni e quattro mesi di reclusione; mentre gli altri due si sono beccati otto anni di carcere ciascuno.
La sostituta procuratrice Anna Trinchillo, che ha rappresentato la pubblica accusa, aveva chiesto durante la sua requisitoria 16 anni di reclusione per il principale imputato, il 56enne zio di una delle vittime del branco. E ancora dieci anni di reclusione a testa per gli altri tre imputati. Inoltre i quattro sono stati condannati a risarcire le vittime e i loro familiari che si sono costituiti parti civili, assistiti dagli avvocati Pilar Castiglia e Giuseppe Orlando, nonché a pagare le spese processuali a favore di queste ultime.
Dopo la fine della condanna gli imputati di 44, 22 e 27 anni, non potranno frequentare, per due anni, i luoghi frequentati da minori né svolgere lavori che hanno a che fare con minorenni. Stesso provvedimento, ma per tre anni, per il 56enne. Il caso è esploso nell’ottobre 2018 quando scattarono gli arresti. Le indagini partite dalla denuncia presentata da una madre di Biancavilla alla stazione dei carabinieri, preoccupata dall’adescamento subito dal figlio minore attraverso Facebook da parte di un adulto paternese.
I carabinieri hanno identificato l’utente Facebook (anche attraverso l’analisi di un gruppo WhatsApp), scoperchiando un giro di violenze a Paternò nei confronti di ragazzini. Le violenze, avvenute tra il 2016 e il 2017, avvenivano nella zona del Castello Normanno. Altre volte gli abusi si registravano in abitazioni. Non soltanto palpeggiamenti, ma anche rapporti orali e anali, pure in gruppo.
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