Da coordinatore-commissario chiamato per gestire l’emergenza a segretario. Enzo Napoli lancia ufficialmente la sua candidatura per guidare il Partito democratico della provincia di Catania. Su di lui è ampia la convergenza e la presenza di molti big del partito alla conferenza stampa convocata ieri lo dimostra. Napoli siede tra il sottosegretario alla Giustizia, Giuseppe Berretta, e la deputata regionale Concetta Raia, ad ottobre sponsor di candidati diversi. Ma ci sono anche Giovanni Burtone, l’ex segretario Luca Spataro, il coordinatore dei Giovani democratici Livio Gigliuto. E, più in disparte, i due ex contendenti alla segreteria provinciale: Jacopo Torrisi, del circolo universitario, e Mauro Mangano, sindaco di Paternò. Ad ottobre rivali in una sfida che alla fine non si è giocata, a causa della sospensione del congresso, e che oggi hanno deposto le armi della contesa per convergere su Napoli. Che, in questi ultimi mesi, era stato chiamato a traghettare il partito verso una nuova elezione.
Unità, condivisione, sintesi e pluralità. Sono queste le parole d’ordine che i politici democratici si passano di bocca in bocca. All’interno del Pd è scoppiata la pace. «Napoli ha saputo fare sintesi e questa candidatura unitaria è positiva», afferma Raia. In realtà uno sfidante c’è: è Domenico Grasso, dell’area di Pippo Civati, che ha corso, arrivando terzo, alle primarie nazionali. «Una candidatura – quella di Grasso – per segnare una visibilità, più che per competere», secondo lo stesso Napoli che è riuscito a mettere d’accordo tutti gli altri. «E’ un profilo meno partigiano e rappresenta una buona soluzione per un partito che comincia a considerarsi un’unica cosa», spiega Mangano, che però tiene a precisare: «Chi si sentiva molto forte ha capito che non lo è – sottolinea in riferimento ai big, come Enzo Bianco e Concetta Raia, che ad ottobre avevano sostenuto lo sfidante Torrisi -, quando si cerca l’unità, vuol dire che si è capito che non è possibile stravincere facendo i bulli».
Adesso si va verso una programmazione condivisa, almeno questa è la volontà espressa da Napoli. «Negli ultimi mesi ho conosciuto molti dirigenti e sono convinto che c’è una qualità alta e un potenziale enorme pronto per un cambio generazionale. Ci aspettano sfide importanti, a partire dal declassamento dell’aeroporto di Fonatanarossa e dalla nuova governance territoriale: città metropolitana e consorzi di comuni per riorganizzare il territorio provinciale».
Sembra passata la polemica che ad ottobre aveva fermato il congresso. Allora si lanciavano reciproche accuse tra i sostenitori dei due candidati a proposito di tesseramento gonfiato e pacchetti di voti materializzatisi improvvisamente in zone dove il Pd non era mai stato forte. «Dobbiamo verificare se questi soggetti vogliono davvero stare allinterno del partito», spiegava l’allora commissario Napoli. Che oggi è di tutt’altro avviso. «Non c’è stato nessun tesseramento gonfiato – precisa – settemila iscritti in provincia di Catania sono un dato normale». Secondo altri, tuttavia, il problema non è stato risolto, ma solo rimandato. «In questi mesi è stato fatto molto poco da questo punto di vista – spiega Mangano – adesso che abbiamo superato una fase conflittuale, sarebbe giusto tornare nei territori e far capire alle persone che la partecipazione ad un partito non si vede solo nel voto per le primarie». «In questi mesi il Pd non ha funzionato – aggiunge Luca Spataro – non è stata ancora trovata una via per trasformare davvero un partito di singole personalità in uno con una gestione condivisa, il lavoro vero inizia adesso». Domenica prossima si conoscerà il nome del nuovo segretario provinciale.
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