LA CGIL SICILIANA CHE A PARTIRE DALLA PROSSIMA SETTIMANA COMINCIA A MOBILITARE LA PIAZZA E’ UN BRUTTISSIMO SEGNALE PER L’ATTUALE GOVERNO REGIONALE
Non sappiamo cosa si sono detti i renziani di Sicilia riuniti ieri sera a consulto a Palermo. Di questo riferiremo più tardi. Quello che possiamo invece dire è il perché il presidente della Regione, Rosario Crocetta, il senatore Giuseppe Lumia, il parlamentare nazionale Davide Faraone, e i parlamentari Giuseppe Lupo e Fabrizio Ferrandelli – più, supponiamo, altri dirigenti del PD siciliano – hanno avvertito l’esigenza di riunirsi. Forse perché per tutti questi signori la situazione diventa ogni giorno più difficile.
Da qualche giorno si parla di una spaccatura tra i renziani siciliani. E noi abbiamo anche scritto che lo stesso presidente degli industriali siciliani, Antonello Montante, che di questo Governo è sponsor, comincia ad avvertire un’aria pesante.
Con molta probabilità, Montante è molto più ‘politico’ di certi politici di professionale. Forse, prima di altri, ha intuito che il gioco, da Roma a Palermo, si sta facendo pesante.
A Roma il capo del Governo, Matteo Renzi, minimizza. E dice che l’opposizione interna al suo Partito non farà molta strada.
Solo che Bersani, tornato in grande forma, non molla la presa. E la stessa linea dura tiene la segretaria della Cgil, Susanna Camusso.
Il vero dato politico, che Renzi finge di non vedere, è che per un Governo, in Italia, governare con la Cgil messa di traverso non è facile. Figuriamoci se lo è per un Governo che dice di essere di sinistra (o quasi).
Lo stesso discorso vale per il Governo Crocetta in Sicilia. Finora, è inutile che ci giriamo attorno, la Cgil siciliana se n’è rimasta buona. Magari troppo buona.
Il suo segretario generale, Michele Pagliaro, in due anni di Governo Crocetta, non ha risparmiato critiche, anche pesanti, al presidente della Regione e ai suoi assessori. Ma non ha mai mobilitato la piazza.
Adesso, però, la Cgil siciliana – secondo noi con un po’ di ritardo: ma meglio tardi che mai – sta cominciando a venire fuori.
Dalla prossima settimana sono previste manifestazioni di piazza nel pubblico impiego e, in generale, in tutti i settori in crisi della Sicilia. In pratica, in piazza dovrebbe scendere l’intera Sicilia, se è vero che il Governo Crocetta ha incasinato tutto e tutti.
In piazza, assieme alla Cgil, ci dovrebbero essere la Cisl (che, in realtà, è in polemica con il Governo regionale da tempo) e persino la Uil siciliana, organizzazione sindacale nota per una proverbiale refrattarietà a qualunque tipo di scontro sociale (i maligni scriverebbero che i ‘compagni’ della Uil sono geneticamente governativi: ma noi non lo diciamo…).
La mossa della Cgil siciliana potrebbe essere letta come un segnale politico preciso: nello scontro interno al PD siciliano, a vincere sui tavoli romani del PD che conta sarebbe stato il giovane segretario regionale della Sicilia, Fausto Raciti.
Non è improbabile, insomma, ipotizzare un’alleanza tra Bersani a Roma e Raciti in Sicilia: se le cose stanno così, per Crocetta e Lumia i margini di manovra si assottigliano.
Ciò significa che Lumia e Crocetta – che già governano molto male la Regione – non solo dovranno fronteggiare una questione sociale che è già nelle cose (si pensi alla protesta crescente dei diecimila dipendenti della formazione professionale, ai forestali senza soldi, ai dipendenti degli enti che operano in agricoltura senza soldi, al pubblico impiego e via continuando), ma dovranno vedersela con le organizzazioni sindacali pronte a mobilitare la piazza.
Questo, con molta probabilità, spiega il nervosismo dei renziani, che forse si sono ‘infilati’ con troppa disinvoltura in un Governo regionale che, con il passare dei giorni, rischia di somigliare a una grande padella con l’olio che, piano piano, si va riscaldando…
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