«A livello regionale, e quindi nazionale, ormai è sicuro: Articolo 4 confluirà nel Partito democratico. Restano da vedere le posizioni dei gruppi consiliari locali, dove ci sono state anche contrapposizioni». Ad affermarlo è il capogruppo di Articolo 4 al consiglio comunale di Catania, Nuccio Lombardo. Il matrimonio politico porterà in dote al partito di Matteo Renzi ben cinque consiglieri regionali: Alice Anselmo, Paolo Ruggirello, e soprattutto gli etnei Raffaele Nicotra, Luca Sammartino e Valeria Sudano.
Proprio gli ultimi due, rispettivamente capo e vicecapogruppo all’Assemblea regionale siciliana, «danno ormai per certo l’ingresso nel Pd, su questo Sammartino è stato chiarissimo anche sulla stampa», riferisce il capogruppo del secondo partito di maggioranza a Palazzo degli elefanti, che conta ben sette consiglieri, contro i cinque del partito del sindaco Enzo Bianco. Che aggiunge: «A livello catanese cambierebbe ben poco, siamo tutti in maggioranza, anche se forse – prosegue Lombardo – sarebbe meglio restare con la situazione attuale con il nostro gruppo autonomo. Dobbiamo ancora valutare, ma non è solo un calcolo numerico, ma di sicuro c’è che sosteniamo Enzo Bianco. In Comuni come Misterbianco invece sarebbe molto più complicato, data la spaccatura che c’è stata con il sindaco Di Guardo», riferisce Lombardo. Uno scenario che sembra speculare a quello del Pd: se di matrimonio si parla, il fidanzamento è avvenuto ad Acireale, città d’origine del segretario regionale Fausto Raciti.
L’adesione al momento non viene né confermata né smentita dal Partito democratico: dalla segreteria regionale confermano solo che «il percorso è stato avviato, ma non ancora formalizzato». E a ribadirlo è anche il segretario della provincia di Catania, Enzo Napoli: «Certamente il tutto verrà vagliato a livello locale dalle direzioni sia regionale che provinciali, che non possono essere scavalcate. Ci esprimeremo appena verrà chiesto di farlo: potrebbe essere un parere positivo, ma non per forza», spiega Napoli. Che non vede nessun ostacolo formale al matrimonio: «Un intero movimento politico può confluire dentro il Pd: lo ha già fatto Scelta civica, e si è già fatto un percorso insieme alle elezioni Europee», spiega il segretario del Pd della provincia di Catania, ricordando l’elezione all’interno del Pd in quota Articolo 4 della giornalista Michela Giuffrida.
Il regolamento va invece applicato «ai singoli casi, e lì faremo una valutazione: non è possibile che un candidato che ha appoggiato liste in contrapposizione al Pd negli ultimi due anni, entri a far parte del Pd. E’ una posizione – prosegue Napoli – che è stata spiegata all’interno dell’ultimo direttivo provinciale in merito alla formazione di un secondo circolo ad Acireale, proposto da persone che non hanno appoggiato un candidato del Pd. E lo stesso è accaduto a Piazza Armerina con degli esponenti del Megafono».
La questione acese potrebbe però essere la chiave di lettura di tutta l’operazione. Alcuni dei promotori del secondo circolo nella città dei cento campanili sono vicini politicamente al deputato regionale Nicola D’Agostino, che ha lasciato il gruppo all’Ars dell’Udc – ex partito anche di Sammartino e Sudano – a metà gennaio fa per aderire al gruppo misto, avviando una serie di contatti con il partito di Renzi. Intanto il politico acesce è considerato uno degli ispiratori di un’altra esperienza politica nata sotto l’Etna, Catania Futura, lanciata dall’imprenditore Nico Torrisi, ex assessore regionale alle Infrastrutture nella giunta di Rosario Crocetta. Formazione che ha dimostrato vicinanza alla giunta Bianco.
D’Agostino al momento preferisce non andare oltre un «no comment» per quanto riguarda sia la sua personale vicenda che quella dell’adesione di Articolo 4 al più grande partito italiano, considerati i difficili equilibri. Soprattutto quelli territoriali: tra chi benedice l’accordo ci sarebbe un pezzo da novanta dei democratisi siciliani: Fausto Raciti, membro della Camera dei deputati, segretario regionale del Partito democratico, e pure lui acese.
Un accordo con una forza politica fortissima in provincia di Catania con un bacino di oltre 30mila voti, potrebbe agevolare la futura formazione delle liste nella nuova legge elettorale nazionale. Il cosiddetto Italicum prevede la doppia preferenza di genere, e un candidato forte come Valeria Sudano sarebbe il partner ideale per qualunque candidato locale di sesso maschile.
Finora nelle file del Pd nessuno ha manifestato dubbi sul matrimonio. A suscitare qualche mal di pancia potrebbe essere la delicata situazione giudiziaria del terzo deputato regionale di Articolo 4: Raffaele Nicotra. Per lui è stato chiesto il rinvio a giudizio per falso e truffa lo scorso maggio dalla procura di Catania per fatti risalenti al 2010, quando era sindaco di Aci Catena. A fine gennaio la guardia di Finanza ha anche disposto il sequestro di suoi beni per 90mila euro, dissequestrati solo pochi giorni fa.
Nel frattempo, il sito ufficiale del Pd regionale sembra involontariamente dare conto della situazione di attesa: sulla homepage di www.pdsicilia.it campeggia la scritta «sito sospeso».
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