Catania chiama Trieste. Almeno all’interno dei circoli del Partito democratico sparsi per la provincia, dove in questi giorni gli iscritti sono stati chiamati a votare il nuovo segretario nazionale. In attesa delle primarie dell’8 dicembre, aperte a tutti i simpatizzanti, anche non tesserati. Quando mancano ancora quattro circoli per ritenere chiuse le votazioni, il Catanese ha già il suo vincitore: Gianni Cuperlo, deputato democratico triestino classe 1961, che stacca il sindaco di Firenze Matteo Renzi di circa 500 voti in provincia e 1600 nella regione. Un risultato paragonabile a quello di altre grandi città italiane, ma che vede comunque il supergiovane Renzi chiudere la partita a livello nazionale con il 46,7 per cento delle preferenze, otto punti in più di Cuperlo, fermo al 38,4 per cento. A Pippo Civati e Gianni Pittella vanno rispettivamente il 9,19 e il 6 per cento dei voti.
Avanti in provincia ma non a Catania città – dove Renzi è al 46 per cento, un punto in più del deputato triestino -, la mozione Cuperlo è sostenuta dall’area del Pd etneo che fa riferimento al sottosegretario Giuseppe Berretta. Schierato a fianco di Renzi è invece il sindaco Enzo Bianco. Un endorsment locale che sembra non essere bastato al primo cittadino di Firenze. «Questo dimostra, ancora una volta, che Enzo Bianco non è capace di penetrare nel partito», commenta un iscritto. Nonostante la sua elezione alle scorse consultazioni comunali sia avvenuta proprio imponendosi, tra le polemiche e senza primarie, sulla figura di Berretta. Il sottosegretario in serata commenta sul proprio blog: «Gli iscritti hanno espresso unindicazione articolata: non è stato un plebiscito per luno o per laltro candidato. La partita è aperta. E, soprattutto, al termine di questa competizione nessuno potrà pensare di ignorare questa pluralità di idee».
«Quello che è successo alle elezioni amministrative non significa infatti che l’area del partito legata a Berretta in città non trovi il suo consenso – rilancia il tesserato Pd – Bianco è stato eletto sulla base di una coalizione in cui il Pd è maggioritario, ma il partito è molto più articolato». E potrebbe non aver gradito questi primi mesi di giunta. «Adesso sta anche a lui capire che l’amministrazione non si può gestire come una cosa chiusa. Non è possibile sottovalutare un pezzo importante del partito nel coinvolgimento nella macchina». Un messaggio tutto interno che poco sembra avere a che fare con la segreteria nazionale democratica, per la quale il vero scontro si avrà con le primarie. «Quella è tutta un’altra partita, si tratta di convincere anche gli elettori – conclude l’iscritto – Si giocherà sulla possibilità di mettere in campo diverse ipotesi di Partito democratico».
Di questo sono convinti anche i renziani etnei. Non troppo delusi dal risultato locale. «Renzi e Cuperlo non sono poi così distanti nei voti e, rispetto alle scorse primarie, il sindaco di Firenze ha comunque registrato un maggiore sostegno», commenta Livio Gigliuto, già segretario cittadino dei Giovani democratici, oggi presidente regionale e coordinatore del comitato per Matteo Renzi di Catania. Il sorpasso di Cuperlo nel Catanese non stupisce Gigliuto, che lo attribuisce al sostegno per il triestino da parte dei dirigenti locali. «Questo è un voto che rispecchia il Pd per come è attualmente – commenta – Ma un partito moderno non è fatto solo da dirigenti. Ci sono anche i simpatizzanti e gli elettori, i cittadini insomma, che potrebbero avere un’idea diversa». E potrebbero dimostrarlo alle primarie di dicembre.
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