Nel Partito democratico catanese scoppia la pace. Almeno a parole. Il congresso provinciale per l’elezione del nuovo segretario è sospeso e rinviato a data da destinarsi; i due candidati Jacopo Torrisi, segretario del circolo universitario, e Mauro Mangano, sindaco di Paternò, si sono ritirati «responsabilmente», «per il bene superiore del partito», che nei prossimi mesi verrà gestito collegialmente. Troppe le polemiche di queste settimane e le accuse reciproche di tesseramenti gonfiati e pacchetti da centinaia di voti materializzati all’ultimo momento in territori dove il Pd è sempre stato marginale. «Dobbiamo verificare se questi soggetti vogliono davvero stare all’interno del partito», spiega il commissario Enzo Napoli in un’affollata conferenza stampa, durante la quale Torrisi e Mangano individuano unanimemente gli ostacoli che hanno portato a questa situazione: le regole sbagliate e lo scarso tempo concesso per la convocazione dei congressi. «Se avessimo votato, il vincitore si sarebbe trovato a gestire un partito che aveva consumato una faida interna», sottolinea Torrisi, sostenuto dai big del Pd locale: Enzo Bianco e Concetta Raia. Mentre l’ala liberal, che fa riferimento al deputato Giuseppe Berretta, appoggia Mangano.
La misura degli stati d’animo di stamattina può essere data da due istantanee. Luca Spataro, l’ex segretario provinciale dimissionario dopo la scelta di non procedere con le primarie all’epoca delle elezioni per il sindaco di Catania, arriva sorridente e di buon umore. In prima fila è seduta Concetta Raia, sponsor di Torrisi. In attesa dell’inizio della conferenza stampa, un militante la esorta: «E dai, fammi un sorriso». Tutti, in ogni caso, approvano la decisione dei due candidati di fare un passo indietro. «Eravamo preoccupati, il congresso stava andando al di là della normale competizione democratica – afferma Napoli – adesso sottoporremo alla dirigenza nazionale e regionale la proposta di una gestione collegiale in cui entrambi i candidati saranno impegnati in prima fila».
Ma cos’è che non è andato nella sfida per scegliere il nuovo segretario provinciale? «La possibilità di tesserarsi fino all’ultimo giorno ha creato notevoli problemi in alcuni territori dove il Pd non ha una forte presenza», spiega Mangano. Alcuni dei circoli sotto osservazione sono quelli di Picanello-Ognina a Catania, Santa Maria di Licodia e Camporotondo Etneo. Altro problema, secondo i candidati, sono stati i tempi troppo brevi. «Difficile spiegare a migliaia di persone in soli dieci giorni chi siamo e qual è il nostro programma politico», aggiunge Mangano. Eppure i convinti dell’ultim’ora sono stati molti. «Il Pd deve essere un partito aperto a contributi esterni, ma senza ingressi indiscriminati – sottolinea Torrisi – da queste basi nascerà un progetto unitario». Che però, fino ad ora, si è fatto fatica ad intravedere. Rimandate al mittente le accuse di non coinvolgere la base, scatta la rivendicazione dell’unicità del partito nell’attuale contesto politico. «Siamo sostenuti da persone per bene e siamo i soli a sottoporre la scelta dei dirigenti a una base così ampia di elettori – conclude Torrisi – basta vedere cosa succede nel Pdl dove con una conferenza stampa si decide il futuro del partito».
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