Pd Catania, chi vince e chi perde dopo le primarie  Sammartino-Barbagallo mattatori, Bianco fa flop

I numeri delle primarie stravinte da Nicola Zingaretti fotografano un Pd catanese dall’animo sempre più centrista. Un equilibrio che le Regionali del 2017 avevano plasticamente rappresentato per la prima volta: un partito con tre anime in fortissima competizione, quando non in aperto scontro. All’Ars volarono il renziano Luca Sammartino, ex Articolo 4 campionissimo di preferenze, e l’assessore al Turismo uscente Anthony Barbagallo, ex Mpa e uomo forte dell’area Franceschini in Sicilia. Primo dei non eletti fu Angelo Villari, volto di punta dell’ala laburista del Pd, emanazione del radicamento territoriale della Cgil catanese. Le primarie di domenica scorsa traghettano il partito in un futuro che archivia l’era Renzi nel rispetto di tale tripartizione. I due ex centristi – Sammartino sostenendo l’ex ministro Maurizio Martina, Barbagallo da regista delle liste Piazza Grande Europa per Zingaretti – fanno incetta di consensi mentre rialzano la testa anche dal fronte più a sinistra. «Noi ci siamo, malgrado qualcuno desiderasse il nostro annullamento – scrive su Facebook l’ex deputata Ars Concetta Raia, schieratasi con Zingaretti con tutto il fronte sindacale – e da questo dato ripartiamo con più tenacia ed energia».

Catania, fra collegio cittadino e collegio provinciale, consegna al fratello di Montalbano oltre 13mila voti, frutto della convergenza di Barbagallo e laburisti sul presidente della Regione Lazio. A Catania città sono 3620 i voti, così ripartiti per lista: Piazza Grande Europa 957, 1744 per Piazza Grande Sicilia (la lista sostenuta dai laburisti) e 919 di singole preferenze per Zingaretti. L’area Cgil supera così il contenitore dal richiamo europeista, fermo sotto i mille voti malgrado la presenza di un top player come Enzo Bianco nel ruolo di capolista. L’ex sindaco strappa comunque il ticket per l’Assemblea nazionale del Pd assieme a Gaetano Palumbo, capolista di Piazza Grande Sicilia. Ma il capoluogo è anche uno dei fortini renziani: la lista a sostegno di Martina, spinta da Sammartino e dalla senatrice Valeria Sudano, ha totalizzato 3151 preferenze. Scattano così due seggi per Roma per i fedelissimi di Sammartino Andrea Guzzardi e Serena Cantale. Fuori l’ex deputato Ars Gianfranco Vullo, terzo nel listino di Martina. Alle Regionali si era candidato contro il Pd, nella lista autonomista di Raffaele Lombardo a sostengo di Nello Musumeci

In provincia è invece Anthony Barbagallo a prendersi il primo posto fra gli zingarettiani. Il neosegretario Pd supera nel complesso i 10mila voti, di cui 4610 arrivano dalla lista barbagalliana Piazza Grande Europa e 3873 dalla lista della corrente sindacale. In Assemblea nazionale vanno lo stesso deputato regionale seguito dall’ex consigliera comunale catanese Ersilia Saverino e da Gaetano Sanfilippo. In Piazza Grande Sicilia scattano invece i seggi di Angelo Villari e Giovanna Scalia. I renziani, in ogni caso, tengono botta anche nel collegio provinciale: sono 4595 i voti per la lista Sicilia per Martina. Gli eletti sono Sammartino, la consigliera comunale di Giarre Antonella Santonoceto e il consigliere comunale di Bronte Rosario Liuzzo. 

Terzo posto in entrambi i collegi, assai distanziate da Zingaretti e Martina, per le liste a sostegno di Roberto Giachetti, l’altro aspirante segretario Pd. A Catania città – dove capolista era Carlotta Costanzo, eletta a ottobre nel cda dell’Università etnea in quota centrosinistra – arrivano 424 voti; nel collegio provinciale, dove capolista era Simone Rizzo, sono invece 1014. 

Francesco Vasta

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