Patto per il Sud: linee guida per spendere 2,3 miliardi Ma solo assessorato al Territorio ha i progetti già pronti

L’atto di indirizzo, almeno quello, c’è. Ma la strada per il Patto per il Sud resta ancora in salita. Questa mattina, in commissione Bilancio, l’assessore al Territorio, Maurizio Croce, ha presentato la prima impalcatura del documento, approvata dalla giunta lo scorso 17 maggio. Una scatola, in realtà, ancora vuota, dentro la quale bisognerà inserire i progetti esecutivi (e quindi già cantierabili) per il biennio 2016/17. Ma ad oggi l’unico assessorato ad avere stilato la lista dei progetti è proprio quello guidato da Croce, nonostante il termine fissato dalla delibera di giunta sia quello del prossimo 26 maggio, cioè domani. 

«Vogliamo leggere proposte certe – tuona il presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo – invece ad oggi l’unico ad avere stilato l’elenco dei progetti è l’assessore al Territorio. Entro domani i suoi colleghi dovranno presentare gli elenchi alla giunta, se non arriveranno in commissione, ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Personalmente chiederò a Ncd di uscire dalla maggioranza. Siamo già borderline, non siamo all’interno della maggioranza a livello istituzionale, la nostra è più una vicinanza all’Udc. Ma se il governo continuerà su questa linea, non resterà che passare a un’opposizione ferma». In effetti, le «proposte certe» chieste da Vinciullo potrebbero tardare un’altra volta. Nonostante la scadenza del 26 maggio, infatti, sembra che Crocetta domani sarà a Roma e non risulterebbe alcuna convocazione di giunta. 

Intanto le linee guida danno già un indirizzo rispetto ai 2,3 miliardi di euro previsti per il primo biennio del patto quinquennale. Per quanto riguarda gli interventi sul turismo, 15 milioni sono previsti per il rafforzamento della filiera audiovisiva e dello spettacolo dal vivo e otto milioni per il miglioramento dell’attrazione e dell’immagine della Regione siciliana. Per gli interventi sui siti culturali e archeologici sono previsti 63 milioni di euro, mentre per i beni storici di culto il fondo è di 78 milioni di euro.

Per quanto riguarda il settore delle infrastrutture, 45 milioni serviranno per la costruzione e messa in sicurezza di porti commerciali e turistici; ancora, per quanto riguarda la viabilità, quasi 224 milioni saranno destinati alla «realizzazione e rifunzionalizzazione di infrastrutture viarie legate al miglioramento dei sistemi di trasporto»,  infrastrutture strategiche, riqualificazione urbana, viabilità e fondo progettazione; 40 milioni andranno invece per la messa in sicurezza delle vie di fuga (protezione civile), mentre 136 milioni saranno destinati alla riqualificazione della rete viaria secondaria.

Al settore sviluppo economico e attività produttive andranno complessivamente 208,5 milioni, di cui 50 milioni per la riqualificazione ambientale delle aree industriali, 60 milioni per Gela e 40 milioni per Termini Imerese; 50 milioni per i contratti di sviluppo e 8,5 milioni per la ricerca scientifica in campo sanitario. Ancora, per quanto riguarda l’ambiente, nel settore acque e rifiuti sono previsti 75 milioni per le bonifiche, 135 milioni per la depurazione, 150 milioni per gli impianti per il trattamento dei rifiuti, 52 milioni per le nuove infrastrutture idriche e 32 milioni per la manutenzione di quelle già esistenti. Nel capitolo dissesto idrogeologico: 133 milioni per l’erosione costiera, 136 milioni per la messa in sicurezza delle infrastrutture, 108 milioni per il rischio alluvioni, 253 milioni per il rischio frane, mentre 120 milioni sono destinati al rimboschimento e alla valorizzazione delle foreste. Per quanto attiene, infine sicurezza, legalità e vivibilità del territorio: 60 milioni andranno alla riqualificazione di edifici «destinati a presidi di legalità» e ai beni confiscati alla mafia, 50 milioni all’impiantistica sportiva, e poco più di 3 milioni agli impianti per la ricarica di veicoli ad energia alternativa.

«I singoli interventi – si legge nella delibera – saranno individuati nel rispetto delle previsioni delle programmazioni settoriali vigenti e/o delle diverse procedure attivate o da attivarsi per le singole tipologie di intervento strategico da parte dei competenti rami dell’amministrazione regionale». Il Piano non convince nemmeno i Cinque Stelle: «Il Patto per il Sud – dice Claudia La Rocca a MeridioNews – sembra più il patto della confusione, solo oggi la commissione Bilancio è stata appena messa nella condizioni di capire i criteri di scelta dei progetti, in larga parte già esistenti in altre graduatorie e che per vari motivi non sono andati in porto con altre misure, con l’evidente malumore anche dei membri della maggioranza. Rimangono ancora da sciogliere diversi nodi, come l’effettivo coinvolgimento dei Comuni o la scelta degli interventi sui siti di interesse culturale, considerato che il Po Fers 2014/2020 sarà destinato prevalentemente ai grandi attrattori, mentre i piccoli siti, in particolare quelli dell’entroterra siciliano, rischiano di rimanere tagliati fuori da tutte le misure».

Miriam Di Peri

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