I fondi del Patto per il Sud spostati rispetto alla loro destinazione originaria, con delibera di giunta. Il caso, raccontato sulle pagine de La Sicilia la scorsa settimana, approda adesso all’Assemblea regionale siciliana. Nello specifico, in commissione Bilancio, dove questa mattina è stato sentito in audizione il sindaco di Bronte «in merito – si legge sul sito dell’Ars – alla realizzazione della strada di collegamento tra la statale 284 e il centro abitato del medesimo comune nell’ambito degli interventi di viabilità provinciale a valere sulle risorse del Patto per il Sud».
Al termine dell’audizione, ecco la presa di posizione dell’organismo parlamentare, che formalmente ribadisce quanto già detto in diverse sedi all’esecutivo targato Nello Musumeci. «La norma vigente – spiega a Meridionews il presidente della commissione Riccardo Savona – prevede che l’organismo parlamentare esprima un parere preventivo rispetto all’approvazione della delibera di giunta. Parere che, nonostante diverse sollecitazioni, non è stato richiesto».
Ragione per cui proprio in queste ore gli uffici stanno predisponendo una risoluzione che chiede sostanzialmente al governo di revocare le delibere in cui i fondi vengono destinati ad altri progetti, chiedere alla commissione il parere e anche sulla base di quello decidere se dirottare altrove o meno i fondi del Patto per il Sud.
I progetti nello specifico riguardano la città di Gela e la strada di Bronte. «In quest’ultimo caso – spiega ancora Savona – abbiamo già visionato la documentazione, su Gela invece stiamo acquisendo le carte».
Secco il deputato del Pd Anthony Barbagallo, componente della commissione Bilancio, secondo cui «il finanziamento è stato ritirato con una procedura illegittima, per cui stiamo lavorando a una risoluzione per chiedere di porre rimedio a questo scippo. È inaccettabile – aggiunge – che il governo Musumeci stia sistematicamente smontando gli interventi già inseriti nelle opere dal Patto per il Sud, dirottando le somme in altri territori in base a scelte puramente politiche».
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