La città di Paternò continua a essere meta delle visite dei leader politici nazionali, impegnati nella campagna elettorale per le prossime elezioni politiche del 4 marzo. Dopo il segretario nazionale della Lega Nord Matteo Salvini, oggi pomeriggio è toccato a Guglielmo Epifani, ex segretario nazionale della Cgil del Partito democratico, attualmente candidato di Liberi e uguali come capolista al collegio plurinominale di Paternò – Siracusa – Ragusa – Avola.
La tappa di Epifani nella cittadina paternese è stata organizzata in fretta e furia, nelle ultime 48 ore per «contrapporla – dicono gli organizzatori – alla visita di Salvini di 72 ore prima». Un passaggio nel suo tour elettorale per sponsorizzare Valentina Borzì, l’ex rsu della Cgil del call center Qè, candidata al collegio uninominale di Paternò e a quello plurinominale insieme a Epifani. Ma soprattutto un modo per chiarire le vicissitudini dovute al fatto che la sua candidatura inizialmente non è stata vista di buon occhio dalla base di Leu.
A ricevere l’ex segretario del Pd è stato il sindaco Nino Naso insieme ad alcuni esponenti dell’assise civica cittadina, tra cui il presidente Filippo Sambataro, i consiglieri Barbara Conigliello e Luigi Gulisano, tutti esponenti del Pd vicini al deputato regionale Anthony Barbagallo. Oltre a loro, solo una cinquantina di persone. «Voglio partire parlando della candidata locale Valentina Borzì – ha detto a Meridionews l’ex leader della Cgil – una ragazza davvero in gamba, conosciuta per le sue battaglie in difesa del lavoro e dell’occupazione. Una donna del territorio capace di parlare con tutti».
Passa poi alle sue questioni più strettamente personali: «La mia candidatura è stata indicata all’ultimo momento – ribadisce – Io sono stato eletto l’ultima volta nel collegio di Napoli ma poi Liberi e uguali mi ha chiesto di dare una mano qua in Sicilia e io ho accettato. Essendo però una scelta maturata negli ultimi giorni – giustifica – non c’è stato il tempo per discuterla con la base. Ma il disguido iniziale è stato superato. Io conosco la Sicilia e le sue problematiche, me ne sono occupato per 40 anni», sostiene.
Facendo una analisti del territorio, Epifani lo etichetta come «una zona dove c’è una spinta alla protesta molto forte, tipica di una società in cui disuguaglianze e povertà sono cresciute nel tempo. Come li batti questi due fenomeni? Con i diritti e gli investimenti pubblici a partire dalla scuola, la sanità, la difesa del territorio, la garanzia di un lavoro non precario». Proprio parlando di questi temi l’ex segretario della Cgil ha colto l’occasione per spiegare i motivi del suo allontanamento dalle fila del Pd facendo riferimento alla Buona scuola e al Jobs Act che «hanno lasciato a desiderare», sostiene.
Un passaggio veloce quello sul tema dell’accoglienza dei migranti. «Dobbiamo combattere il razzismo, dobbiamo evitare questo rigurgito di xenofobia ma l’Italia non può essere lasciata sola dall’Europa come è stato finora. Altri hanno bloccato le frontiere – afferma – capendo che i flussi dei migranti vanno programmati in modo tale che chi arriva abbia una vita civile perché l’idea che tutti possano entrare non regge». Una chiusura sulle modalità che stanno caratterizzando la campagna elettorale che Epifani definisce «strana perché, almeno fino ad oggi, non si vedono manifesti né volantini e nemmeno si organizzano comizi. Un modo di fare campagna elettorale che riguarda l’intero Paese e che mi inquieta – aggiunge – perché potrebbe anche essere riconducibile a piccole filiere di interessi, di raccomandazioni, di promesse».
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