Paternò: sondaggi su bretella piena di crepe Costata 5 milioni ma agibile solo per un anno

Una bretella lunga un chilometro e ottocento metri, costata circa 5 milioni di euro e che, però, non si può percorrere. Si tratta della via che collega la strada provinciale 77, cioè la zona della Piana di Catania, con la strada provinciale 135 – l’arteria viaria che porta verso la strada statale 121 e la strada provinciale 229/II. Sono delle crepe profonde a renderla impraticabile. Adesso, dei mezzi hanno scavato per esaminare che tipo di materiale è stato utilizzato per realizzare l’arteria stradale che adesso si sta sbriciolando.

Inaugurata nell’ottobre del 2012, la strada è rimasta operativa ufficialmente per circa un anno. Costruita su un terreno argilloso, secondo i tecnici del comune di Paternò per la sua realizzazione sarebbe stato utilizzato un metodo che hanno definito «non appropriato». Tanto che dall’ente comunale paternese, visto lo scivolamento a valle della strada, diversi anni fa è stata intrapresa una causa civile contro l’azienda che ha realizzato l’opera e alcuni professionisti che, in modo diretto o indiretto, avrebbero avuto un ruolo nella realizzazione della bretella.

Adesso, il tribunale di Catania ha nominato un consulente tecnico d’ufficio per accertare le cause che hanno provocato le profonde crepe sulla sede stradale. Per esaminare il tipo di materiale utilizzato, alcuni mezzi hanno effettuato scavi nel terreno profondi circa quattro metri. I risultati del sondaggio non si conoscono ancora. Il tribunale potrebbe richiedere di effettuare anche ulteriori verifiche.

A un anno dall’inaugurazione, la bretella viene chiusa alla viabilità per motivi di sicurezza. Le auto, però, avrebbero comunque continuato a percorrerla nonostante i grossi blocchi di pietra sistemati davanti a entrambi gli ingressi per impedire il transito. Per disincentivare il passaggio, dal Comune sono poi stati collocati dei guard-rail che impedivano l’accesso. Negli anni, in alcuni punti della bretella si sono formate delle discariche con rifiuti di ogni tipo, tra cui anche delle lastre di eternit.

Salvatore Caruso

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