Il telone antimafia con la scritta «Paternò non si inchina, Paternò è un’altra cosa» da qualche giorno è scomparso e non se ne ha alcuna notizia. Il lenzuolo è stato esposto nel balcone del primo piano di palazzo Alessi, sede del consiglio comunale paternese, come reazione dopo l’annacata di due cerei -il 2 dicembre, nel corso delle celebrazioni della patrona Santa Barbara – davanti alla casa del pluripregiudicato Mimmo Assinnata, ritenuto vicino alla famiglia di Cosa nostra dei Santapaola. I dipendenti comunali hanno trovato dei piccoli pezzettini di stoffa, con molta probabilità appartenenti al lenzuolo sparito, sparsi all’interno del balcone dell’edificio e sul marciapiede. Non si sa se sia stato rimosso o distrutto.
Il telone antimafia è stato mostrato inizialmente lo scorso 5 dicembre, all’interno della chiesa di Santa Barbara, su iniziativa dell’assessora comunale alla Cultura Valentina Campisano, durante il pontificale dell’arcivescovo di Catania Salvatore Gristina. Il lenzuolo, alla fine della cerimonia religiosa, è stato legato al balcone del primo piano dell’edificio comunale. Nel caso in cui il lenzuolo sia stato strappato dall’esterno, gli autori del gesto avrebbero agito di notte arrampicandosi sulle grondaie o su una scala. In ogni caso, non potranno essere di aiuto le telecamere del sistema di videosorveglianza che da tempo non sono operative.
«Lo apprendo dalla stampa – dichiara sorpresa Valentina Campisano – Sarebbe un fatto gravissimo per due motivi: innanzitutto perché dentro palazzo Alessi possono entrare solo i dipendenti comunali, i consiglieri, il sindaco e gli assessori, e non degli estranei insomma», spiega. «In secondo luogo, sarebbe stata lanciata una sorta di sfida alle istituzioni e all’intera città che dice no alla mafia». Sulla stessa lunghezza d’onda la presidente del consiglio Laura Bottino: «Non ne so nulla, verificheremo cosa sia realmente successo». L’assessora Campisano ha avuto modo di parlare con i dirigenti del Comune e, a quanto sembra, nessuno di loro ha dato disposizioni per rimuovere il telone. La rappresentante della giunta sta valutando la possibilità di sporgere denuncia contro ignoti.
È durato invece solo qualche ora un secondo giallo, legato al telone raffigurante Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, sparito invece dal quinto piano del palazzo comunale in zona Ardizzone. «È stato tolto solo momentaneamente da me e dall’assessore Agostino Borzì – assicura Valentina Campisano – Il forte vento di questi giorni lo stava strappando, ma nelle prossime ore sarà ricollocato». Un altro striscione dal forte valore simbolico, secondo gli amministratori. «Quel telone è stato messo di proposito in quella zona del Palazzo di città – conclude Campisano – perché di fronte all’edificio comunale si trova l’abitazione del boss a cui è stato fatto l’inchino».
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