È arrivata da Montecarlo, nella prima mattinata di ieri a Paternò, la salma di Alfio Fallica, il cuoco paternese ammazzato lo scorso 25 febbraio all’interno del ristorante Pulcinella di Rue du Portier. Durante la giornata si è assistito ad un vero e proprio pellegrinaggio fatto da amici, parenti ma anche semplici cittadini nell’abitazione dei genitori del giovane e dove si trova anche la vedova, sposata con la vittima solo da giugno dello scorso anno. Per l’omicidio è stato fermato Ricard Nika, cuoco albanese di 30 anni, ora detenuto nel carcere Marassi di Genova. L’uomo avrebbe inferto diverse coltellate al collega paternese. I cui funerali sono in programma nel pomeriggio di oggi alle 15.30 all’interno della chiesa di Santa Barbara
L’omicida, inizialmente reo confesso ma poi chiuso nel silenzio dopo l’arresto ad opera dei carabinieri, non ricorderebbe nulla di quello che sarebbe avvenuto all’interno della cantina del ristorante monegasco. Intanto, i magistrati italiani hanno fissato per giovedì 9 marzo l’incidente probatorio nel quale sarà ufficializzato l’incarico assegnato a Gabriele Rocca, medico legale di Genova, per valutare le condizioni psichiche di Nika: richiesta avanzata, peraltro, lo scorso 27 febbraio dalla pm della procura di Imperia Stefania Brusa alla quale sono state affidate le indagini. Gli inquirenti italiani che sono in attesa di ricevere dai colleghi del Principato di Monaco gli esiti dell’autopsia svoltasi venerdì scorsa.
I magistrati di Montercarlo hanno spiccato un mandato di cattura internazionale per il cuoco albanese, il quale subito dopo aver commesso il delitto si spostò con il suo scooter dal Principato a Bordighera dove l’uomo vive da tempo; e fu proprio nelle città ligure che i carabinieri notarono l’uomo vagare in stato confusionale, con gli abiti insanguinati e con delle ferite sul corpo, sulle strade cittadine. Nika aveva con se un coltello da cucina di 20 centimetri, il quale è stato inviato al vaglio dei Ris. Tuttavia è la giustizia italiana ad occuparsi del caso, in quanto si tratterebbe di un «delitto comune del cittadino all’estero»;a questo punto non si escluderebbe che i giudici monegaschi possano anche inoltrare istanza di estradizione.
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