Sessanta ricercatori provenienti da tutto il mondo, in particolare dall’America settentrionale, dall’Asia e dall’Europa, hanno visitato nella tarda mattina di ieri le salinelle di Paternò, un fenomeno unico di vulcanismo secondario che caratterizza non soltanto il territorio paternese, ma anche la vicina Belpasso. Ad accompagnarli è stato Salvo Giammanco, ricercatore in forza alla sezione etnea dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. «La presenza degli studiosi – dice Giammanco – deriva da un workshop, un incontro di studio e di ricerca sul terreno, organizzato dall’Ingv, con l’obiettivo di portare in questi luoghi così interessanti esperti da tutto il mondo, che stanno apprezzando la bellezza del luogo e il suo interesse scientifico. Abbiamo mostrato e fatto visitare ai nostri colleghi – continua – non solo le saline dei Cappuccini e quelle del fiume, ma anche l’Etna».
«Il vulcano – aggiunge il rappresentante dell’Ingv – è un laboratorio naturale magnifico grazie alla sua facilità di accesso e al fatto che ha una attività vulcanica molto intensa e costante». Al sopralluogo erano presenti, oltre al sindaco Nino Naso, i consiglieri del M5s Marco Gresta, Claudia Flammia e Martina Ardizzone, quest’ultima vice presidente dell’assemblea elettiva: «Le salinelle sono un fenomeno che in certi casi ci fa anche preoccupare, ma anche un’attrazione turistica importante per la città. Faremo di tutto – conclude – per valorizzarlo e renderlo fruibile» La visita dei ricercatori è avvenuta in una fase in cui l’attività delle salinelle dei Cappuccini è particolarmente intensa. Sono sei le bocche che, di recente, sono entrate in ebollizione: sono piccole e non destano alcuna preoccupazione per i residenti della zona.
Nel dettaglio, una di esse si è aperta proprio lungo la sede stradale di Via Acque Grasse, bucando l’asfalto da cui è fuoruscita acqua mista a fango, e invadendo parte della carreggiata. La presenza dei piccoli vulcanetti è concentrata nell’area a verde attigua a via Acque Grasse. Quasi mai, a dire il vero, le salinelle hanno costituito un pericolo per la popolazione. Soltanto in una circostanza, ossia nel gennaio del 2016, si sono vissuti momenti di particolare tensione quando diverse bocche si aprirono nel cortile di casa della famiglia Sambataro e nel giardino circostante. Una fuoriuscita abbondante di fanghiglia invase il garage della casa e buona parte della strada. L’attività andò avanti per mesi, finché gli operai del Comune intervennero con ruspe e motopale, realizzando un sorta di canalone che dall’abitazione dirottò la gran mole di fango verso il serbatoio naturale delle salinelle.
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