Due anziane signore, qualche giorno fa, sono state circondate da un branco di nove cani randagi all’interno del cimitero di via Balatelle, a Paternò. A intervenire, attirati dalle loro urla, sono stati alcuni visitatori che hanno fatto scappare gli animali tra i viali del camposanto. Nessuna conseguenza per le due signore – rimaste illese – se non tanta paura. L’episodio, però, non è isolato e sono molti i cittadini paternesi che hanno timore a frequentare il camposanto. Diversi testimoni raccontano che, due mesi fa, una donna è stata inseguita da randagi dentro il cimitero, cadendo e riportando una serie di escoriazioni. Il problema dei cani, però, riguarda l’assenza di strutture idonee ad accoglierli.
«Abbiamo paura quando andiamo al cimitero», confidano una madre e una figlia, rispettivamente di 69 e 42 anni, che in mattinata sono andate a visitare i congiunti defunti. «Oggi non abbiamo visto in giro quei cani che solitamente si mettono all’ingresso. Sembrano tranquilli tutto sommato anche se qualcuno di quelli è sempre agitato», continuano le donne. Che aggiungono: «Un branco di cani di media grandezza non ci fa stare sereni». Dello stesso avviso anche un’altra cittadina paternese di 56 anni, che dice: «Ho paura, soprattutto da quando i cani stazionano in pianta stabile dentro il nostro cimitero. Prima venivo da sola ma adesso preferisco che mi accompagni mio marito o qualcuno dei miei figli».
Il problema dei randagi è una questione di strutture ricettive adatte. Il canile comunale di Zafferana Etnea – con il quale il Comune paternese è convenzionato – presenta già 22 animali e, allo stato attuale, non avrebbe spazio. Stessa storia per quello di Adrano – anch’esso convenzionato – che cani ne ha già trenta. «È un problema di cui siamo a conoscenza. Si tratta di nove randagi, di cui otto già sterilizzati e rimessi sul territorio come prevede la normativa vigente. Soltanto uno del branco deve essere sterilizzato», spiega l’ispettore della polizia municipale di Paternò, Francesco Rapisarda. «La presenza dei cani all’interno del cimitero è da addebitare all’azione di una persona che lascia loro del cibo. Lo abbiamo formalmente diffidato a non proseguire nella sua azione ma evidentemente non ci siamo riusciti – continua Rapisarda – Rischia una bella denuncia».
«La struttura per randagi in zona Ardizzone, messa a disposizione dell’Asp locale, – spiega Rapisarda – sta funzionando regolarmente. Ma siamo in attesa che il terreno comunale di via Giovanni Verga, individuato come posto di ricovero temporaneo dei randagi e gestito dai volontari delle associazioni, possa entrare in funzione per meglio fronteggiare il problema». Nel frattempo a prendersi cura degli animali sono le associazioni di volontariato Il mio amico, Cuccioli dell’Etna e Lupa. «Sono centinaia i casi di che seguiamo. Attendiamo tutti che l’area comunale venga sistemata a dovere», dichiara Francesco Gerloni dell’associazione Il mio amico.
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