Diretta streaming del Consiglio comunale di Paternò off limits e rinvio a data da destinarsi dell’assise civica per la trattazione di due punti all’ordine del giorno. Sono questi i due temi alla base dello scontro tra la presidenza del senato cittadino paternese e i consiglieri di minoranza. Nello specifico, a causa di un problema con il software che gestisce la diretta televisiva delle sedute, la messa in onda del Consiglio non è attiva. Così l’ex candidato sindaco del Movimento 5 stelle Salvo La Delfa, durante l’ultima riunione, ha portato con sé l’attrezzatura per trasmettere in diretta streaming, con mezzi propri, il dibattito d’aula. L’iniziativa, però, è stata stoppata dal presidente del Consiglio Filippo Sambataro, che ha di fatto impedito la ripresa e la relativa trasmissione.
«Quello che è successo è inverosimile», dichiara La Delfa. Lo scorso 6 agosto il meetup paternese aveva protocollato al Comune la richiesta, indirizzata al sindaco e al presidente del Consiglio, di riprendere le sedute. Ma a distanza di trenta giorni i pentastellati non avrebbero ancora ottenuto risposta. «In mancanza di un segnale dagli organi preposti – prosegue La Delfa – ci siamo presentati direttamente con l’attrezzatura per mandare online la diretta. Il presidente del Consiglio, però, non ci ha autorizzati e non ha neanche dato la possibilità ai consiglieri di maggioranza di esprimersi in merito. In poche parole: è stato impedito che la città vedesse quanto accadeva in aula». A rincarare la dose è Claudia Flammia, consigliera comunale a cinque stelle, che parla di «ostruzionismo» anche in relazione alla mancata trattazione dei due punti all’ordine del giorno: il primo riguarda il cambio del sistema gestionale digitale del Comune, il secondo è sul concentramento, nelle mani del sindaco, di deleghe importanti come Bilancio, Urbanistica e Lavori pubblici.
«Non parlare dei problemi equivale alla morte della democrazia», attacca Flammia. A difendersi, però, ci pensa in persona il presidente del Consiglio comunale Filippo Sambataro: «Ho solo fatto rispettare il regolamento dei lavori – comincia – Le riprese televisive delle sedute consiliari devono essere affidate a emittenti accreditate dal Comune». Secondo Sambataro, cinque anni fa, una delibera consiliare dava il via libera allo streaming. «Il punto, infatti, non è quello: mi sembra un paradosso affidare a un gruppo politico le riprese del Consiglio». Le dirette dovranno quindi essere affidate a terzi seguendo le vie istituzionali.
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