A Paternò si torna a parlare della staticità del viadotto di corso Italia, la circonvallazione che collega l’ingresso nord della città con la parte sud del territorio paternese. Un ponte lungo oltre 200 metri, costruito nel 1962, ma che presenta delle criticità in diversi punti, con cemento corroso e tondini in ferro esposti alla intemperie. Eppure nel dicembre 2017 il ponte fu sottoposto a un collaudo: una prova di carico che ne sanciva la staticità, quindi automobili e mezzi pesanti potevano continuare a transitare. Tuttavia nella relazione è specificato che le prove di carico messe in atto al momento del collaudo sarebbero state inferiori rispetto a quanto previsto dalla normativa: «Le condizioni di carico richieste dalla normativa vigente al momento della prova sono notevolmente superiori a quelle messe in atto – si legge nel documento – Ma per la struttura del ponte sarebbe complicato rispettarli».
Un altro punto importante che si evidenzia nella relazione è quello che per il transito di «carichi eccezionali, il cui peso ecceda quelli previsti per la categoria» è necessaria l’autorizzazione dell’ente comunale attraverso un apposito progetto. Inoltre il collaudatore ha specificato che bisogna «realizzare in tempo brevi tutte le operazioni di manutenzione straordinaria atti al consolidamento del manufatto» per evitare ulteriori ammaloramenti dovuti principalmente agli agenti atmosferici. In pratica, si tratta del consolidamento delle armature dei pilastri, del ripristino del cemento, e della sostituzione delle grondaie.
Lavori fino adesso neanche programmati, come ha sottolineato la consigliera comunale pentastellata Claudia Flammia. La quale, assieme ai colleghi di partito in consiglio Martina Ardizzone e Marco Gresta, nonché all’ex candidato sindaco Salvo La Delfa, ha tenuto un incontro pubblico in merito alla tematica della sicurezza delle infrastrutture nel territorio paternese e degli immobili comunali. «Abbiamo avuto modo di affrontare diverse questioni irrisolte, e si è deciso di fare un primo passo per tentare di fornire, attraverso la collaborazione di comitati, cittadini, professionisti e forze politiche trasversali, uno strumento di studio utile per trarre le opportune soluzioni».
E sul caso del viadotto di corso Italia la consigliera aggiunge: «I nostri dubbi sullo stato di salute di quella struttura sono evidenti, visto anche che le prove di carico fatte a suo tempo sono su pesi inferiori rispetto a quelli che impone la legge». Un fatto sul quale il vicesindaco Ezio Mannino non si dice preoccupato: «I risultati del collaudo non sono stati allarmanti – sostiene – Cercheremo di reperire fondi da enti terzi per fare gli interventi di manutenzione».
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