Paternò ospita presidente antimafia Rosy Bindi «Condannare chi usa lotta alla mafia per soldi»

«Dobbiamo ricordarci che nei confronti dei poteri mafiosi serve un atteggiamento fermo. Il grande lavoro svolto dalla magistratura e dalle forze dell’ordine spesso viene vanificato dalla sottovalutazione generale. Questo significa fare il più grande regalo alle mafie». Ad affermarlo è la presidente della Commissione nazionale antimafia Rosy Bindi, che ha partecipato all’incontro La cultura della legalità contro la mafia per lo sviluppo e la democrazia. Un momento di confronto organizzato a Paternò dal senatore Salvo Torrisi, componente delle commissioni affari costituzionali e antimafia, assieme al primo cittadino Mauro Mangano e alla presidente del consiglio comunale Laura Bottino. Per Bindi ogni singolo cittadino dovrebbe avere «un comportamento coerente giorno dopo giorno, anche se può comportare dei grandi rischi».

Inevitabili alcune battute sulla vicende che hanno come protagonisti la giudice Silvana Saguto e il giornalista Pino Maniaci. Quest’ultimo recentemente coinvolto in un’inchiesta della procura di Palermo per due presunte estorsioni ai danni dei sindaci di Partinico e Borgetto. «Sono fatti che rientrano nel gioco mafioso: usare l’antimafia per il potere e per il denaro. Comportamenti che vanno condannati e fanno sicuramente più male degli atteggiamenti mafiosi». Nonostante una situazione particolarmente difficile per il movimento antimafia, la presidente spiega come «non può essere tutto delegittimato. In questi anni la lotta a Cosa nostra è stata davvero importante sia da un punto di vista sociale che istituzionale. Devono essere smascherati tutti coloro che fanno carriera, ottengono prestigio, posti di lavoro e potere». 

La presidente prima dell’inizio dell’incontro, che si è tenuto nella scuola don Lorenzo Milani, ha incontrato i rappresentanti dei club service cittadini. Gli stessi che qualche mese addietro avevano inviato una dettagliata denuncia sui casi del doppio inchino dei cerei in occasione della festa di Santa Barbara, dinanzi la casa del boss di Cosa nostra Salvatore Assinnata. Nella missiva era finito anche il funerale dell’ergastolano Turi Leanza, ammazzato nel giugno del 2014. «La commissione è a conoscenza di quanto avvenne in città – spiega Bindi -. Stiamo lavorando in stretta sinergia con la commissione regionale per fare chiarezza su quanto accaduto». All’incontro erano presenti oltre al senatore Salvo Torrisi gli altri componenti della commissione antimafia Mario Giarrusso, Giovanni Burtone e Andrea Vecchio. Per il paternese Torrisi «è importante rilanciare e promuovere la cultura delle legalità. Sono stati ottenuti numerosi successi, ma è fondamentale l’azione di rinnovamento cultuale». Per il primo cittadino Mauro Mangano «bisogna intervenire nel settore dei rifiuti e degli appalti pubblici, ossia i due rami da cui allo stato attuale il potere mafioso trae maggiore sostentamento». 

Salvatore Caruso

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