Il consiglio comunale di Paternò, dopo una seduta fiume durata quasi sette ore, non ha approvato la mozione di sfiducia per il sindaco Nino Naso. L’iniziativa di matrice pentastellata era stata sottoscritta da dieci consiglieri: Marco Gresta, Martina Ardizzone e Claudia Flammia del M5s; Anthony Distefano e Giuseppe Lo Presti di Diventerà Bellissima; Guido Condorelli e Emilia Sinatra di Paternò Unica – ex gruppo Forza Italia; Agata Marzola, Giuseppe Sciacca e Tuccio Paternò di Alleanza per Paternò.
Sono stati proprio questi dieci consiglieri a votare sì alla mozione. Un numero che però non è bastato: per farla passare sarebbero stati necessari almeno altri cinque voti. Contro la sfiducia si sono espressi Salvo Tomasello, Rosanna Lauria, Barbara Conigliello, Filippo Sambataro, Giovanni Giangreco, Giuseppe Gentile, Tonino Cunsolo, Salvo Malerba, Luca Zingale (tutti considerati vicini al primo cittadino) e anche l’indipendente Roberto Faranda, ex componente della maggioranza poi fuoriuscito per degli screzi con il resto della compagine nasiana. Astenuta Patrizia Virgillito. Assenti Pippo Orfanò, Pietro Cirino e Ionella Rapisarda.
I tre consiglieri del gruppo Alleanza per Paternò Agata Marzola, Giuseppe Sciacca e Tuccio Paternò hanno resistito alle pressioni provenienti dai vertici di Fratelli D’Italia che li avrebbero invitati a non votare la sfiducia. Gli esponenti politici vicini al partito di Giorgia Meloni e all’ex assessore Vito Rau, qualche mese fa hanno abbandonato la maggioranza per passare all’opposizione. I firmatari della sfiducia hanno elencato le manchevolezze dell’amministrazione Naso in tema di conti del Comune, viabilità, periferie, centro storico, riorganizzazione del personale, impianti sportivi. Il sindaco ha replicato con la lista di quanto fatto in questi tre anni puntando soprattutto sui lavori pubblici. Poi Naso ha esaminato la posizione di ogni proponente della mozione, utilizzando termini ed espressioni decisamente sopra le righe.
Una seduta che è stata costellata da discussioni accese condite da insulti, provocazioni, contestazioni, espressioni filosofiche provenienti dagli scranni sia della maggioranza che dell’opposizione. In ogni caso, quella di ieri sera è stata un’adunanza consiliare che ha anche sancito due fatti importanti: Nino Naso non ha in Consiglio comunale una maggioranza che possa definirsi tale. Per forza di cose, quindi, fino alla scadenza del suo mandato dovrà fare ricorso all’aiuto – probabilmente non gratuito – di quei consiglieri appartenenti alla cosiddetta opposizione light, cioè leggera. Altro elemento emerso durante la riunione del civico consesso è quello di una minoranza divisa non omogenea.
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