Seduta consiliare infuocata, la prima ai tempi del Covid-19, quella che è andata in scena martedì sera a palazzo Alessi a Paternò. Il consiglio comunale, che era stato convocato per l’approvazione del rendiconto della gestione per l’esercizio finanziario del 2018, è stata anche l’occasione per confermare che il sindaco Nino Naso non ha più la maggioranza in consiglio.
Dopo oltre tre ore di discussione, infatti, l’opposizione ha detto sì alla proposta del consigliere di Diventerà Bellissima Giuseppe Lo Presti di rinviare la seduta di una settimana con l’obiettivo di avere chiarimenti su alcuni aspetti del rendiconto. Proposta passata con 13 voti favorevoli. Alcuni componenti della cosiddetta ex maggioranza, al momento del voto, si trovavano fuori dall’aula.
Per l’approvazione del rendiconto, inoltre, la Regione ha nominato un commissario ad hoc: se il consiglio non si dovesse esprimere entro 30 giorni dalla convocazione dell’assise civica, decadrebbe e il rendiconto verrebbe approvato dal commissario. I chiarimenti chiesti da Lo Presti riguardano «il deficit strutturale» del bilancio determinato da diversi fattori, come evidenziato in una relazione dei revisori dei conti. «Il deficit strutturale – ha spiegato il consigliere – è la certificazione delle grosse difficoltà in cui si trovano le finanze pubbliche del comune. A nostro avviso – ha aggiunto – è necessario richiedere un’ulteriore integrazione di informazioni al collegio dei revisori dei conti».
Il ministero dell’Economia fornisce otto parametri che, se rispettati, garantiscono che il rendiconto sia perfetto. Allo stato attuale, il comune di Paternò non ne rispetterebbe ben cinque, in particolare quelli che riguardano tutte le voci della spesa classica dell’ente pubblico: dal personale al ricorso della liquidità bancaria e alla difficoltà nel riscuotere le imposte.
Sulla crisi della maggioranza, Lo Presti ha specificato che «è evidente che i cittadini non vogliono più questa amministrazione. È necessario che Naso faccia le giuste considerazioni». Duro anche il commento di Claudia Flammia del Movimento 5 stelle: «l’opposizione diventa maggioranza con un rapporto di 13 voti dell’opposizione a zero della maggioranza inesistente che abbandona l’aula al momento del rinvio». Fatta eccezione per il vicesindaco Ezio Mannino, primo cittadino e assessori erano tutti assenti perché «sanno che se questo bilancio non dovesse essere approvato – aggiunge la consigliera pentastellata – soltanto il consiglio andrebbe a casa, mentre il sindaco continuerebbe a governare con un commissario per i prossimi due anni». Consiglieri di maggioranza che hanno chiesto all’opposizione, ricorda Flammia, di «avere il coraggio di votare questo bilancio, come se non avessero governato per tre anni».
Il vicesindaco Ezio Mannino, senza negare le criticità, ha parlato di un rendiconto che «aveva il parere favorevole dei revisori dei conti. Tutti i consiglieri avevano il dovere di sentire le deduzioni presentate dall’ufficio». Sulla crisi della maggioranza, invece, Mannino specifica la necessità di fare chiarezza: «Chi non è d’accordo con l’azione amministrativa, lo faccia pubblicamente presentando la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. Non si resta nel limbo nell’attesa di un posto al sole», conclude il vicesindaco.
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