Ennesima aggressione ai danni del personale paramedico del pronto soccorso dell’ospedale Santissimo Salvatore di Paternò. A dare segni di nervosismo sono ancora una volta i pazienti o i loro parenti esasperati dalla lunga attesa. Il fatto in questione si è verificato ieri sera, poco dopo le 20.30. Da quanto ricostruito dai carabinieri intervenuti sul posto e secondo le informazioni contenute all’interno della relazione che il personale del pronto soccorso ha inviato al direttore sanitario (Giuseppe Spampinato, a capo del distretto Ct2 dell’Asp), la vittima è un’infermiera impegnata al triage.
A prendersela con la lavoratrice sarebbero state due donne – madre e figlia – congiunte di un paziente in codice verde che attendeva il proprio turno da circa tre ore e 40 minuti. Alla prima aggressione verbale ne è seguita una fisica. Le due signore le hanno lanciato addosso il monitor del computer usato allo sportello del pronto soccorso, quello necessario per assegnare il codice di priorità a chi si presenta nella struttura ospedaliera. L’infermiera si è protetta il viso con le mani e ha riportato contusioni a un polso guaribili in dieci giorni.
Nonostante siano stati chiamati i carabinieri, le due donne sono andate via prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. «Siamo in prima linea, è come se ci trovassimo in guerra. Siamo stanchi di essere attaccati da persone esasperate – dicono i colleghi della dipendente aggredita – Non possiamo pagare, né noi né i medici, le difficoltà che derivano da un sistema ospedaliero non ottimale. Vogliamo sicurezza e serenità quando veniamo a lavorare».
Dal canto suo, il direttore sanitario Giuseppe Spampinato replica: «Fatti del genere fanno solo pubblicità negativa all’ospedale – dice – Il nostro pronto soccorso, come quello di Acireale, sono strutture in cui è sempre più difficile andare avanti». Una soluzione potrebbe essere rappresentata dalla vigilanza privata all’interno del reparto d’emergenza. «La proposta è che un vigilantes venga dalle otto del mattino alle otto di sera, assieme a una guardia giurata fissa in pronto soccorso», conclude Spampinato.
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