Paternò, il sindaco Mangano si salva per un voto La sfiducia non passa, ma la maggioranza scricchiola

Non passa la mozione di sfiducia, 15 favorevoli e 14 contrari, nei confronti del sindaco Mauro Mangano, il quale resta in sella alla guida della città. Se da un lato Mangano può tirare un sospiro di sollievo per il pericolo scampato, continuando cosi ad usufruire dell’opportunità di amministrare la città fino alla scadenza del mandato previsto per la primavera 2017, dall’altra il primo cittadino paternese deve guardarsi le spalle visto che dalla seduta consiliare, Mangano è uscito con le ossa rotte, non avendo più in consiglio una vera e propria maggioranza. 

Un indebolimento politico e amministrativo visibile non solo agli occhi della città, ma anche a quelli dei grandi capi del Partito Democratico a livello provinciale e regionale. «Da questo consiglio bisogna analizzare due aspetti – ha affermato Mangano – uno politico, nel quale l’opposizione, pur sapendo di non aver i numeri per fare passare la mozione ha voluto andare avanti a dimostrazione che, al di là del consiglio comunale, non ci sono platee per poter dialogare. A mio avviso per i consiglieri, incapaci di parlare o a dialogare con i cittadini, l’unico modo per trasmettere alla città le proprie idee è quello del consiglio comunale». 

Inoltre per Mangano, l’assise civica durante la quale si è discusso della mozione, è stata utile per un confronto tra il sindaco e quello che rimane della maggioranza che lo sostiene: «Un dibattito che è servito a tutti noi (maggioranza PD -Cittadini In Comune- Percorso Popolare- Indipendenti) per capire la nostra difficoltà a comunicare alla città il grande lavoro svolto dalla nostra amministrazione e il percorso intrapreso per segnare i traguardi e far capire alla gente dove vogliamo arrivare: combattere la sfiducia dei cittadini, fornendo loro maggiori informazioni e dettagliate comunicazioni». 

Come si diceva, Mangano non ha più una maggioranza ed è obbligato a cercare sostegno e dialogo con quella parte di minoranza meno radicale composta da Alfio Virgolini, Filippo Condorelli, Francesco Rinina e Ionella Rapisarda, – che ha svolto un ruolo di opposizione soft, più aperta al dialogo. D’altronde gli stessi interventi di Virgolini e Condorelli («siamo una opposizione costruttiva, non intransigente, disposti ad ascoltare cosa propone l’amministrazione») obbligano il sindaco a non essere chiuso ma ad aprirsi verso di loro. 

«Non condividiamo la stessa esperienza di governo, ma entrambi (giunta e minoranza soft) parliamo di fatti concreti che permettono di aiutare la città; a differenza dell’altra opposizione che spara accuse generiche senza proporre nulla di concreto. Siamo pronti comunque a diminuire per il 2015 la tassa sulla spazzatura, ci sono le condizioni per poter effettuare una tale operazione». 

Duro il commento del proponente della mozione di sfiducia, l’autonomista Vito Rau: «Non abbiamo fatto né populismo né demagogia come sostengono sindaco e maggioranza, perché non hanno nulla da dire». Rau ancora una volta ha ribadito la sua disponibilità e quella dei sui colleghi d’opposizione ad «andare a casa e lasciare la parola ai cittadini i quali potranno scegliere serenamente il nuovo sindaco». E pensa a «un’alternativa a Mangano, aprendo all’associazionismo, al volontariato e alla società civile, con tutti coloro che in questi anni hanno subito le angherie di questo sindaco, autore di atti amministrativi non trasparenti».

Intanto subito dopo la conclusione del consiglio è giunta una decisa presa di posizione del Megafono, il quale in consiglio è rappresentato da Giuseppe Gentile, alleato di Mangano: «Il sindaco prenda atto del voto del consiglio – ha dichiarato Pippo Caudo, coordinatore regionale del movimento politico – azzeri la giunta, ritiri le deleghe, apra la crisi e discuta con tutta la città e tutte le forze politiche. Diversamente consideriamo un errore andare avanti così e valuteremo sul da farsi». Anche il Nuovo Centro Destra prende le distanze dai consiglieri d’opposizione aperti al dialogo con Mangano: «Teniamo a precisare – ha specificato la coordinatrice comunale del partito Guerrina Buttola – la nostra estraneità a qualsiasi tipo di trattativa volta a rinforzare la compagine di maggioranza la quale, esclusivamente alla luce della votazione della mozione di sfiducia ultima scorsa, sembrerebbe non abbia più i numeri in consiglio comunale».

Salvatore Caruso

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