La giunta di Paternò vuole mettere in funzione l’ex velodromo di contrada Salinelle. Struttura costata cinque milioni di euro e mai utilizzata. L’immobile negli anni è stato lasciato in mano a vandali, ladri ed extracomunitari che in più occasioni lo hanno trasformato in un ricovero, motivi per cui si è deciso di affidare parte dell’impianto, per sei mesi e a titolo gratuito, all’associazione di softair La normanna. La concessione riguarda soltanto il campo in terra centrale mentre il resto dell’ex velodromo è ancora vincolato da un accordo passato con il Centro universitario sportivo di Catania, che dovrebbe ospitarvi varie discipline. L’affidamento agli appassionati di armi ad aria compressa tuttavia si scontra con il parere negativo degli uffici comunali. In una nota firmata successivamente dall’ingegnere Eugenio Ciancio, il professionista dichiara «con assoluta certezza che nel velodromo non ci sono le condizioni di sicurezza, e per questo motivo c’è l’inibizione della struttura all’uso».
A quanto sembra però l’amministrazione comunale sarebbe stata già a conoscenza della volontà di Ciancio, responsabile del settore Prevenzione e sicurezza dell’ente, prima ancora che quest’ultimo mettesse tutto nero su bianco. Nel documento con cui il Comune consente a La normanna l’utilizzo la giunta non si assume alcuna responsabilità penale e civile derivante da eventuali fatti negativi che si potrebbero verificare dentro all’impianto sportivo: «L’associazione provveda a proprio carico all’allaccio delle utenze, alla realizzazione dei lavori secondo le prescrizioni – si legge nelle delibera – e svolga ogni attività secondo l’ordinaria diligenza, sollevando il Comune da ogni responsabilità civile e penale». Nel documento viene disposto anche «il divieto assoluto all’ingresso di spettatori in quanto si tratta solo di attività eseguite dai giocatori nel campo e il divieto dell’utilizzo in fasce notturne o in carenza di illuminazione naturale».
Interpellato da MeridioNews l’assessore comunale allo Sport Alfredo Minutolo ha specificato che la delibera «così come approvata può essere revocata in autotutela. Il responsabile Sicurezza avrebbe potuto dirlo prima ma – sottolinea – il giorno in cui il documento è stato approvato ero assente». In realtà sembrerebbe che Minutolo fosse sempre stato contrario a questa ipotesi tanto sostenuta dal primo cittadino.
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