Paternò, devastata la palestra della Lombardo Radice Famiglie: «Perché nessuno riesce a fermare vandali?»

Non si placa l’azione devastatrice di ladri e vandali ai danni delle strutture pubbliche del comune di Paternò. Quello appena trascorso è stato un fine settimane pessimo per gli edifici comunali e le scuole cittadine. Infatti dopo la devastazione e la svastica sul muro di una classe del II circolo didattico Giovanni XXIII, in via Libertà, si apprende che altri ignoti sono entrati in azione anche nel centro storico. Nel mirino il I circolo didattico Lombardo Radice di via Bellia. Secondo gli investigatori, ad agire potrebbero essere stati degli adolescenti, probabilmente entrati dalla zona di via Degli Studi oppure da vico Aiello, strade attigue alla scuola.

Una volta dentro, gli intrusi si sarebbero diretti verso la palestra, struttura separata dal corpo centrale della scuola, nell’ampio cortile dell’immobile scolastico. A quel punto i vandali hanno rotto una delle vetrate della porta d’ingresso per poi dare sfogo alla loro inciviltà. Un estintore è stato svuotato e tutto è stato messo a soqquadro; infine sarebbero spariti almeno cinque palloni di pallavolo. A fare a scoperta il personale della scuola. Lunedì la palestra non è stata utilizzabile né dagli studenti della scuola né dagli atleti delle associazioni sportive che si allenano in via Bellia. Solo ieri pomeriggio la struttura è tornata operativa. Sul fatto indagano i carabinieri della locale compagnia; al vaglio degli inquirenti le telecamere di cui è dotata la scuola. 

Intanto crescono le preoccupazioni da parte delle famiglie, a partire dai genitori della scuola Giovanni XXIII, teatro dell’inquietante episodio della svastica. «Non è più sufficiente rammaricarsi o indignarsi, vogliamo risposte certe e azioni concrete da parte del Comune e delle forze dell’ordine». A parlare alcune mamme che temono che l’ultima intrusione abbia qualcosa di diverso rispetto al tradizionale atto vandalico. «Chiediamo maggiore sicurezza, è mai possibile che non vengano mai individuati gli autori di simili atti?»

Salvatore Caruso

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