Momento negativo per il sindaco di Paternò Nino Naso. Durante la scorsa seduta del consiglio comunale, la sua maggioranza – o quello che ne resta – è stata battuta in modo inesorabile. L’assise civica era stata chiamata ad approvare le variazioni di bilancio.
Tra gli emendamenti su cui i consiglieri dovevano esprimersi c’era anche quello relativo all’aumento del monte ore (da 30 a 34 settimanali) per i 46 lavoratori comunali part time. Una proposta mal digerita dalla giunta comunale che, invece, era stata accolta favorevolmente dalla presidente della commissione bilancio Agata Marzola, da altri esponenti della maggioranza e dall’opposizione.
Venerdì sera in consiglio comunale l’emendamento, presentato dalla minoranza, è passato con il voto favorevole di nove consiglieri (Anthony Distefano, Guido Condorelli, Giuseppe Orfanò, Emilia Sinatra, Patrizia Virgillito, Marco Gresta, Martina Ardizzone, Claudia Flammia e Agata Marzola), due contrari (Tonino Cunsolo e Salvo Malerba) e sette astenuti (Filippo Sambataro, Barbara Conigliello, Roberto Faranda, Luca Zingale, Giovanni Giangreco, Alfredo Sciacca e Tuccio Paternò). Gli altri consiglieri erano assenti.
Soddisfatti i sindacati, in particolare Cgil e Cisl. «Malgrado le contrarietà fino all’ultimo dichiarate dall’amministrazione, esprimo gratitudine e apprezzamento – ha detto il segretario provinciale della Cgil Ezio Messina – per la lealtà dimostrata nell’azione politica messa in campo, che ha permesso di raggiungere un obiettivo atteso da 25 anni. Vigileremo per fare in modo che anche le spettanze di salario accessorio, dovute da quasi due anni ai dipendenti comunali, vengano al più presto erogate».
Sul fronte politico, intanto, la situazione si fa dura per Naso. Il primo cittadino, alla luce dell’ennesima battuta d’arresto, dovrà infatti lavorare per ricompattare la sua maggioranza e in parte ricostruirla. Per questo potrebbe anche richiamare all’ordine i suoi fedelissimi (rimasti in pochi), facendo pulizia dei contestatori e tenendo le braccia aperte a quella parte di minoranza non radicale.
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