Paternò, continua la mobilitazione per l’ospedale Lettera aperta alla città prima dell’incontro con l’Asp

Un fine settimana intenso, quello appena trascorso, per i componenti del comitato spontaneo Difendiamo ospedale, i quali, in collaborazione con il clero locale, hanno letto nelle diverse parrocchie della città, alla fine di ogni singola messa, un documento con il quale è stato informata e sensibilizzata la cittadinanza sulla problematica relativa al depotenziamento del Santissimo Salvatore. Il gruppo – composto da associazioni di volontariato, culturali sportive, ma anche pezzi di sindacati, club service, professionisti, cittadini comuni e esponenti politici – nella lettera indirizzata alla città hanno invitato i cittadini «a scendere in piazza per non vedere depotenziato ulteriormente l’ospedale, dopo la chiusura del punto nascita, con la cancellazione di altri reparti, a discapito delle reali esigenze del territorio: un appello rivolto alla città,di stare uniti per scriver un futuro diverso». Componenti che hanno indossato una maglietta nera con la scritta G371, la sigla del codice fiscale per indicare i nati a Paternò. 

«Il colore della maglietta è nera per esprimere la nostra rabbia – si legge nel documento letto alla città – il colore della scritta è arancio per indicare il sole, la nostra speranza; il colore che ci circonda tutti i giorni. Queste magliette ci rappresentano e speriamo rappresenteranno quanti di voi sceglieranno di unirsi a noi». Soddisfatto il sindaco Mauro Mangano per l’iniziativa intrapresa: «La città è viva ed è determinata a far valere le propri ragioni; vogliamo adesso fatti non parole. La nostra battaglia legale continua – ha proseguito il primo cittadino – il Tar si è espresso sulla sospensiva, non è entrato nel merito della questione». 

Intanto è fissata per giovedì alle 10, negli uffici della direzione sanitaria dell’ospedale Santissimo Salvatore, l’incontro per presentare il cronoprogramma di interventi da mettere in atto per la rifunzionalizzazione del presidio sanitario paternese. A intervenire vi saranno il direttore generale dell’Asp Catania, Ida Grossi, il sindaco Mangano, il vicesindaco, Carmelo Palumbo, il presidente del consiglio, Laura Bottino e una rappresentanza del comitato civico Difendiamo l’ospedale. Nell’ultima riunione tra i vertici dell’Asp etnei e i rappresentanti locali, il direttore generale Grossi aveva ribadito che entro la fine del mese avrebbero avuto inizio i lavori per il centro trasfusionale da ultimare entro il 30 giugno. Allo stesso tempo era stato promesso che sarebbero partiti anche i lavori per il piano sottostante e quello superiore del corpo centrale, in modo da recuperare almeno venti posti letto dove poter allocare i reparti di Medicina e Neurologia. L’Ortopedia ,è stato garantito, non avrebbe subito riduzione di posti letto. 

«L’Asp sta elaborando alcune proposte concrete, che serviranno a riaprire al più presto tutti i locali della struttura – ha evidenziato Mauro Mangano -. Abbiamo chiesto un rafforzamento dei servizi territoriali, in particolare degli ambulatori specialistici». Il comitato Pro ospedale ha ribadito ancora una volta che «sono tante le ferite aperte del Santissimo Salvatore: dal blocco dei lavori di messa in sicurezza, fino alla chiusura del Punto nascite sul quale ancora nessuno ha spiegato come fosse l’unico presidio in zona davvero sicuro per le gestanti ed i neonati. La politica sanitaria deve andare incontro alle esigenze del territorio e non esserne ostacolo. Com’è accaduto finora». Presa di posizione dei sindacati di Fials e Uil; le due sigle sindacali per voce dei loro rappresentanti, Giovanni Fallica, Angelo Gallone, Orazio Lopis e Pippo Palumbo , hanno espresso forte perplessità sul reale potenziamento del nosocomio paternese: «In primis vogliamo capire cosa significhi la parola rifunzionalizzazione per il pronto soccorso – hanno premesso – Finché quel termine resterà in decreto per noi ha un solo significato: depotenziamento. Resta da capire poi, perché è stato deciso il trasferimento del laboratorio di analisi e del centro trasfusionale al monoblocco centrale. Ci sono troppe cose che restano confuse e poco chiare». 

Salvatore Caruso

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