Chiesta la condanna all’ergastolo per Giulio Arena, il 61enne docente del conservatorio di Palermo, accusato di avere ucciso Natale Pedalino con 55 coltellate. L’omicidio è avvenuto il 19 dicembre del 2015 nelle campagne di contrada Cotoniera, in territorio di Paternò. La richiesta di condanna è stata avanzata, nel corso dell’udienza celebrata dinanzi ai giudici della corte d’Assise del tribunale di Catania, dal sostituto procuratore Fabrizio Aliotta, durante la sua requisitoria.
Il 66enne Pedalino curava i fondi agricoli di proprietà della famiglia del musicista. L’omicidio, secondo l’accusa, sarebbe maturato nell’ambito di contrasti sulla raccolta di olive in una proprietà del padre dell’imputato. Il movente del delitto sarebbe il mancato accordo sulla divisione di dieci litri di olio. I famigliari della vittima si sono costituiti parte civile, rappresentati dall’avvocato Pilar Castiglia. Il processo è stato aggiornato al 24 ottobre per l’arringa della difesa, con l’intervento dell’avvocato Giovanni Avila.
Il cadavere di Pedalino viene ritrovato dai carabinieri, tramite una telefonata anonima, sul ciglio di una strada di campagna dove era stato abbandonato. Sulle mani della vittima i segni delle ferite, a indicare che avrebbe tentato di difendersi dal suo aggressore. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, i due uomini si sarebbero incontrati intorno alle 16.45 in piazza Purgatorio. Da lì si sarebbero spostati a bordo dell’auto dell’insegnante, un fuoristrada Subaru Forester.
Stando a quanto ricostruito dai carabinieri, la lite sarebbe nata dentro la macchina e degenerata poi nell’accoltellamento avvenuto all’esterno del mezzo. Determinante è stata la testimonianza della moglie di Pedalino che avrebbe informato le forze dell’ordine dell’appuntamento tra i due uomini. Altro elemento di colpevolezza sarebbero state le tracce di sangue trovate sulla vettura di proprietà di Arena, che i Ris di Messina avrebbero ricondotto alla vittima.
Per le indagini sono state utilizzate anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nel luogo dell’incontro tra i due. Su questo però, a sollevare delle incongruenze è stato l’avvocato difensore Avila. Secondo quanto sostiene il legale, gli orari delle riprese delle telecamere non coinciderebbero con quelli del cellulare di Pedalino.
Arena è accusato anche di avere tentato di uccidere due ambulanti con quattro colpi di arma da fuoco. Secondo gli inquirenti, alla base della sparatoria del 4 agosto del 2014 ci sarebbe stata una lite sull’acquisto di due angurie alla bancarella lungo corso del Popolo a Paternò.
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