Parafrasando il titolo di un famoso film di Roberto Benigni e Massimo Troisi, all’ospedale Santissimo Salvatore Non ci resta che piangere. Al nosocomio paternese piove sul bagnato. «Non ci sarebbero in cassa circa cento euro necessari per l’acquisto dei freni per l’unica ambulanza in servizio. È una vergogna, siamo con l’ambulanza medica in prestito proveniente dall’ospedale biancavillese». E con un conto in sospeso con il meccanico che ammonta a oltre diecimila euro. A denunciare l’ennesimo affronto nei confronti del personale ospedaliero, nonché degli stessi utenti, sono le organizzazioni sindacali di categoria: Orazio Lopis e Pippo Palumbo della Uil, Francesco Saverio Laudani e Antonino Carcagnolo della Cgil e Giovanni Fallica della Fials. I rappresentanti accusano l’Azienda sanitaria provinciale di Catania di essere insensibile sulle «reali esigenze giornaliere del nosocomio paternese».
Il parco ambulanze dell’ospedale di Paternò era dotato di due mezzi: uno addirittura da qualche mese è da rottamare, l’altro da mercoledì sera ha avuto un guasto ai freni. L’ambulanza è usata per i trasferimenti programmati dal nosocomio paternese verso altre strutture provinciali, ma anche extra provinciale; un mezzo medico utilizzato a volte anche per il trasferimento per le urgenze. Un normale cambio dei freni di un mezzo costerebbe sui cento euro più Iva. Fin qui nulla di strano. Ma il problema si presenta nel momento in cui il meccanico, un professionista esterno al quale l’Asp 3 etnea si è sempre rivolta per sistemare i propri mezzi, stavolta in un primo momento si è rifiutato di eseguire il lavoro. E ha chiesto senza mezzi termini il saldo di quanto è dovuto in tanti anni di lavoro: oltre diecimila euro. L’uomo si è però lasciato convincere dall’ennesima rassicurazione sul fatto che i crediti pregressi sarebbero stati coperti, e ha riparato l’ambulanza.
«Per sopperire a questa improvvisa assenza del mezzo è stata dirottata a Paternò l’ambulanza del Maria Santissima Addolorata di Biancavilla», affermano all’unisono i sindacalisti di categoria. Un mezzo che «allo stato attuale deve servire per i trasferimenti programmati e d’urgenza anche dall’ospedale di Bronte – precisano – Insomma un’ambulanza per tre ospedali. Siamo dinanzi ai cosiddetti Ospedali riuniti». «L’ambulanza interna all’ospedale di Paternò ha 15 anni di vita con oltre 350mila chilometri sulle spalle – sottolineano i referenti – E poi abbiamo riscontrato di recente una vera e propria anomalia: l’arricchimento di un’ulteriore ambulanza per l’ospedale Gravina di Caltagirone già dotato di quattro mezzi; un altro mezzo attrezzato è stato fatto giungere al nosocomio Santa Marta e Santa Venera di Acireale, che già ne possiede un altro». E concludono: «Inutile dirlo, il nostro ospedale è diventato nei fatti un nosocomio di serie C».
Di tutt’altro avviso la direzione sanitaria del nosocomio paternese, la quale ha specificato che «sui tre ospedali di Paternò, Biancavilla e Bronte allo stato attuale, a eccezione quella di Paternò, sussistono due ambulanze e non una; per le urgenze si fa sempre ricorso al 118. Inoltre da tempo chiediamo ai vertici dell’Asp che le casse del presidio vengano rimpinguate, ma fino adesso nulla». Il Comitato Pro Ospedale si detto è pronto ad autofinanziarsi per consentire la riparazione e sostituzione di freni per l’ambulanza. Tuttavia già nella serata di ieri l’ambulanza sarebbe tornata operativa.
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