A quattro anni dall’avvio dell’iter per l’esproprio delle loro abitazioni non sanno ancora quanto gli spetta. Per questo motivo i proprietari delle palazzine in via Serpotta si oppongono all’abbattimento prevista per la realizzazione del passante ferroviario, e chiedono al Consiglio comunale di sospendere il voto sul provvedimento. In una lettera al comune alla Regione siciliana, il legale di una ventina di residenti, chiede così di fermare la trattazione in consiglio comunale della variante urbanistica di vicolo Bernava, a Palermo, che prevede la demolizione di due immobili di epoca ottocentesca, che ricadono nel tracciato dell’opera.
Proprietari e inquilini, che quattro anni fa hanno dovuto, a fronte di un indennizzo trovare un’altra sistemazione e lasciare le abitazioni, lamentano che pur essendo stato avviato l’iter per l’esproprio, non ci sarebbe contezza della cifra loro spettante. E per questo chiedono al consiglio comunale di sospendere il voto sul provvedimento fino a quando l’iter non è concluso e non viene loro comunicato l’ammontare dell’indennizzo. Nei giorni scorsi la delibera di variante urbanistica di vicolo Bernava, è approdata in Consiglio comunale, ma mentre era in discussione in aula è scoppiato il caos e la seduta è stata sospesa per tumulti.
Questo pomeriggio il consiglio comunale tornerà a riunirsi; la delibera è inserita all’ordine del giorno dei lavori dell’aula. «Mi riservo di chiedere gli allegati della delibera che riguardano la variante urbanistica di vicolo Bernava – afferma il vicepresidente del consiglio comunale, Nadia Spallitta -. Si tratta di indicazioni preliminari per approvare il progetto. Queste demolizioni non nascono da una visione della città voluta dal consiglio comunale. Ci sono 60 famiglie coinvolte che tre anni fa sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni subendo disagi».
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