«Dopo 10 anni ancora incompiuto. Finite il passante ferroviario». È lo striscione che denuncia la più grande incompiuta d’Italia, il passante ferroviario di Palermo, un miliardo di euro già spesi in dieci anni per un’opera rimasta a metà per l’abbandono del cantiere da parte della Sis. Lo striscione è comparso stamattina, è stato appeso dagli edili di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil nel punto esatto dove, tra via Carlo D’Aprile e vicolo Bernava, si è fermato il cantiere che avrebbe dovuto completare la galleria di 60 metri Imera-Lolli, rimasta al palo.
«Con questa denuncia, oggi da Palermo apriamo la mobilitazione nazionale unitaria che vedrà il 15 novembre in 100 piazze d’Italia manifestazioni che hanno come obiettivo il rilancio del settore delle costruzioni – dichiarano i segretari generali di Feneal Uil Palermo Pasquale De Vardo, Filca Cisl Palermo Trapani Francesco Danese e Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – Rfi, in quanto stazione appaltante, ha garantito che riappalterà le rimanenti sezioni dell’appalto. Ancora però non è stata indetta nessuna gara che riguarda le parti residue, ovvero la stazione Belgio, la demolizione degli edifici di vicolo Bernava e la galleria».
Per l’appuntamento di venerdì 15 novembre, a Palermo, alle ore 9,30, in piazza Politeama, Feneal, Filca e Fillea hanno organizzato un’assemblea pubblica aperta a cittadini, lavoratori, disoccupati, alle imprese, all’amministrazione comunale. Saranno affrontati non solo il tema delle incompiute ma delle opere presenti all’interno del Patto per Palermo, per le quali era previsto un finanziamento.
A distanza di tre anni, i sindacati degli edili chiedono a che punto siano i bandi di gara. «Abbiamo invitato alla nostra iniziativa il sindaco della città di Palermo, al quale chiederemo notizie sullo stato dell’arte delle opere presenti nel Patto per Palermo, tra i quali c’erano 54 milioni di euro per la riqualificazione della circonvallazione di Palermo, anche attraverso la messa in sicurezza dei ponti e le opere di collegamento con la mobilità comunale e sovracomunale»
Nel 2016, il Patto per Palermo aveva previsto 770 milioni di interventi (con 432 milioni finanziati e 338 milioni da recuperare). Alla voce Infrastrutture, oltre ai 54 milioni per la circonvallazione erano previsti i 521 milioni di euro per le nuove linee tram. Per il settore Ambiente, erano stati stanziati altri 57 milioni per la mitigazione del rischio frane, crolli e smottamento dei rilievi montuosi in città, 22 milioni per il restauro del Teatro Massimo, 71 milioni legati alla riqualificazione degli spazi urbani.
«Di queste opere citate, le uniche informazioni positive sono quelle in merito alla progettazione esecutiva delle nuove linee del tram. Per il resto – aggiungono De Vardo, Danese e Ceraulo – non si sa nulla. Nessuno degli obiettivi prefissati dal Patto per il 2017 è stato rispettato. Alla luce di tutto questo, rimaniamo perplessi rispetto alla pubblicazione del Piano annuale delle Opere pubbliche del Comune da espletarsi entra il 2019, che si attesta sui 30 milioni 838 mila euro, nel quale non è inserita nessuna delle grandi opere prevista dal Patto per Palermo ma interventi minori come riqualificazione di impianti luce, manutenzione di immobili comunali, il restauro di villa Lisetta, lavori di completamento alle fognature a Boccadifalco e il nuovo formo crematorio del Comune. Con la crisi, con il settore in ginocchio e la mancanza di occupazione non crediamo possano essere queste le risposte da dare al settore».
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