Passante, ripartono i lavori in vicolo Bernava Atteso per marzo l’inizio delle demolizioni

Lo scavo della galleria del passante ferroviario in vicolo Bernava potrebbe ripartire a breve. Un’opera che è ferma, come sappiamo da quasi quattro anni, cioè da quando è emerso un imprevisto geologico, ovvero una falda acquifera che comporta infiltrazioni e cedimenti delle pareti sul fronte di lavoro delle macchine scavatrici. Poco meno di 60 metri che bloccano il completamento della tratta “A” del raddoppio, tra le stazioni Centrale e Notarbartolo.

La soluzione, individuata dalla Sis lo scorso anno, è legata alla demolizione di 5 edifici che si affacciano su vicolo Bernava (i più lesionati dai cedimenti del terreno, altri 2 saranno consolidati) e lo scavo a cielo aperto della parte rimanente della galleria. Ma è ancora tutto fermo, dato che si aspettano le autorizzazioni da parte dell’assessorato regionale al Territorio e ambiente (Arta). E qui le cose si complicano, dato che esistono due iter che si intrecciano, uno incardinato presso il dipartimento Ambiente e l’altro al dipartimento Urbanistica. 

Il primo, che potremmo definire di carattere tecnico, riguarda le modalità di intervento per superare il problema della falda e si snoda presso gli uffici del dipartimento Ambiente dell’Arta. «L’iter – spiega Francesco Corsaro, dirigente responsabile del servizio Valutazioni ambientali – è partito a gennaio 2016, quando l’azienda Sis ha richiesto al dipartimento Ambiente una Valutazione d’impatto ambientale (Via) sulle modalità d’intervento in vicolo Bernava. (qui si trovano tutti gli allegati progettuali). A Giugno 2016 il servizio 1 Vas-Via, responsabile di questa fase della procedura, ha chiesto delle integrazioni all’impresa, che le ha inviate tramite posta elettronica certificata a novembre 2016. Il 14 dicembre 2016 la pratica è stata quindi girata alla Commissione valutazioni ambientali (composta da professionisti esterni, ma facente parte sempre del dipartimento Ambiente). La prossima seduta di quest’organismo è il 22 febbraio 2017, e la richiesta della Sis dovrebbe essere messa in discussione in quell’occasione, con l’esito che dovrebbe essere noto tra fine febbraio e inizio marzo 2017. Subito dopo verrà emanato il decreto dirigenziale che autorizza la prosecuzione dei lavori con le modalità illustrate nella richiesta».

Il secondo, di carattere amministrativo-burocratico, è di competenza del dipartimento Urbanistica dell’Arta e concerne la variante al Prg relativa agli edifici di vicolo Bernava sgomberati da anni e per i quali è prevista la demolizione. «Il punto di partenza – sottolinea il capo della riqualificazione urbana del Comune, l’architetto Mario Li Castri – è che, essendo il passante ferroviario un’opera di interesse sovracomunale, Rfi, in quanto ente appaltante, ha chiesto all’Arta la variante al Prg per esigenze di rilevante interesse pubblico (ex l. r. 65/81). Al Comune era stato chiesto solo un parere, che è stato dato con la delibera del consiglio comunale del 27 aprile 2016». L’atto di Sala delle Lapidi esprimeva parere favorevole all’adozione di una variazione di destinazione urbanistica dei 5 edifici di vicolo Bernava da ZTO “A2” (Netto storico) a ZTO “V3 – Verde Pubblico”. La documentazione (richiesta Rfi più il parere) è stata quindi inviata all’ufficio Affari urbanistici per la Sicilia occidentale (Servizio 2 provincia di Palermo) del dipartimento Urbanistica. E qui è attualmente ferma in attesa del decreto del dirigente del dipartimento Ambiente sopra menzionato, dato che questo provvedimento (la Via emanata dal dipartimento Ambiente) è propedeutico all’iter del dipartimento Urbanistica.

Una volta che riceverà il decreto, il servizio due redigerà il parere (che in realtà è già stato predisposto da alcuni mesi) e se non ci sono intoppi il dirigente del dipartimento Urbanistica dell’Arta emanerà il definitivo decreto che darà il via libera alle demolizioni e alla ripresa dello scavo. Normalmente il parere dovrebbe passare al vaglio del Consiglio regionale urbanistica (Cru), sempre all’interno del dipartimento Urbanistica, ma essendo quella intrapresa una procedura che richiama l’articolo 7 della legge regionale 65/81, si bypassa questa fase.

Ricordiamo il progetto della Sis che prevede 16 mesi di lavori: in un primo momento gli edifici coinvolti verranno demoliti piano per piano, quindi si dovrà consolidare il terreno dove sorgono le palazzine; successivamente si poseranno delle paratie verticali lungo il perimetro del tratto mancante di tunnel e verrà drenata la falda, poi si passerà alla costruzione del fondo e della volta della galleria artificiale; infine si ricoprirà il fosso con la terra e l’area in superficie verrà sistemata secondo progetto, cioè realizzando un giardino.

Massimo Gucciardo

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