Pasqua, ostie realizzate da sei detenute  Al Pagliarelli il progetto Pane Spezzato

«Pane spezzato. Attraverso l’eucarestia, il ritorno alla fede. Grazie al progetto proposto dal cappellano del carcere del Pagliarelli, fra Loris D’Alessandro e realizzato con il supporto dei volontari dell’Azione Cattolica, sei detenute producono, tra le mura dell’istituto di pena di Palermo, le ostie da distribuire alle parrocchie palermitane. La produzione è iniziata a febbraio ma sono state donate per la prima volta alla Cattedrale e consacrate giovedì santo, durante la messa crismale, alla presenza dell’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice. L’arcivescovo in quella sede ha ringraziato le detenute, il cappellano e i volontari. 

«Nel momento in cui ho proposto a queste donne di partecipare al progetto avevano quasi le lacrime agli occhi per la commozione – racconta fra Loris D’Alessandro, cappellano del carcere Pagliarelli – perché danno un valore autentico a quello che stanno facendo. Qualcosa che le stravolge in modo positivo. Si sentono diverse, serene, perché vivono la loro dimensione di fede producendo le ostie, che poi diventeranno il corpo di Cristo».

Fra Loris durante il convegno dei nuovi cappellani delle strutture carcerarie si è confrontato con un’associazione attiva all’istituto di pena Opera di Milano, che già portava avanti un progetto simile e ha deciso che lo avrebbe realizzato anche al Pagliarelli. «Lo abbiamo fatto in un anno – racconta – grazie alla collaborazione con Azione Cattolica Diocesana. Tutti si sono autotassati e hanno comprato il materiale che serviva». Un progetto che non si ferma qui ma che andrà avanti. «Le clarisse del monastero di Santa Chiara di Alcamo ci hanno regalato altre due macchine per produrre le ostie, che a breve saranno operative – spiega Fra Loris -. Le detenute svolgono questo lavoro in maniera del tutto volontaria, daremo qualcosa in seguito a chi ha qualche difficoltà. Le ostie saranno donate gratuitamente alle parrocchie che daranno un’offerta libera. Abbiamo già una quarantina di richieste». 

Un progetto che in realtà è un percorso di fede, realizzato grazie all’aiuto di chi si è calato nella realtà del carcere già tre anni fa: «Abbiamo iniziato a lavorare al Pagliarelli nel 2016, l’anno del Giubileo della Misericordia. Avevamo pensato di proporre alcuni incontri all’interno del carcere – spiega Giuseppe Bellanti, presidente diocesano di Azione Cattolica -. Inizialmente guardando dei film e promuovendo laboratori creativi. Poi abbiamo accompagnato alcuni detenuti a ricevere il sacramento della cresima». 

A settembre dell’anno scorso è stata accolta l’iniziativa e da lì i membri di Azione Cattolica hanno devoluto una parte della quota associativa annuale per questo progetto. «Dopo aver acquistato gli attrezzi per la produzione delle ostie, l’8 febbraio scorso l’arcivescovo ha benedetto il materiale e abbiamo iniziato a realizzarle – aggiunge Bellanti –  Per le detenute è un percorso di formazione, pregano durante la produzione».  Le sei donne che partecipano al progetto si alterneranno. «Una è stata scarcerata ed è stata sostituita e la stessa cosa succederà a breve con altre due di loro. Diversi detenuti ci chiedono se possono continuare a vederci una volta usciti e se possono venire a svolgere attività con noi nella nostra sede. Con loro si instaura un rapporto davvero fraterno». 

Stefania Brusca

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