«La caduta dei capelli in pazienti che si devono sottoporre a trattamenti antitumorali non è solo una questione estetica ma anche psicologica». Ne è convinta la sindaca di Canicattini Bagni (in provincia di Siracusa) Marilena Miceli che ha sottoscritto un protocollo d’intesa con un parrucchiere e ha deciso di mettere in bilancio una voce per un sostegno economico per l’acquisto delle parrucche. «Nell’attesa che la Sicilia, come hanno già fatto altre Regioni, approvi la norma per il contributo per i pazienti oncologici affetti da alopecia, noi – racconta la prima cittadina a MeridioNews – abbiamo deciso di fare la nostra parte». Sono tre i disegni di legge presentati all’Ars – uno da Eleonora Lo Curto (Udc), uno da Nuccio Di Paola (M5S) e un altro da Rossana Cannata (FdI) – che aspettano ancora di essere unificati. «Chiusa la questione della Finanziaria, ricalendarizzeremo la discussione del ddl non in commissione Sanità ma Servizi Sociali», assicura la deputata Cannata.
Intanto il protocollo d’intesa dell’ente canicattinese, che è anche già stato messo a disposizione di tutti gli altri Comuni della provincia aretusea, prevede uno sconto del 30 per cento da parte del parrucchiere e un sostegno economico dell’ente ai cittadini sulla base dell’indicatore sociale. «A partire dalla nostra realtà – spiega Miceli – abbiamo capito che la perdita dei capelli è un problema serio che affligge molte persone malate di tumore e non riteniamo giusto che chi non ha grandi possibilità economiche debba rinunciare a questo presidio medico». Le parrucche sono considerate dal sistema sanitario nazionale al pari di una protesi eppure non sono inserite nei Lea, i livelli essenziali di assistenza. Alcune regioni hanno adottato provvedimenti specifici, in Sicilia invece l’intero costo resta a carico del paziente.
«Il problema per cui il ddl si è fermato, dopo una doppia audizione in commissione Sanità e Bilancio – sottolinea Lo Curto – è proprio il mancato riconoscimento della parrucche come Lea». Nel disegno di legge è previsto un fondo di 600mila euro per un contributo da parte delle Asp ai pazienti oncologici (di 300 euro) per l’acquisto della parrucca e i presidi dermatologici necessari a prevenire le ustioni dovute ai trattamenti. «Abbiamo immaginato – anticipa la deputata dell’Udc – di fare ricadere i fondi tra le spese ammissibili come contributo dei Servizi sociali perché se restiamo ancorati all’assessorato alla Sanità rischiamo che la norma venga impugnata». Il disegno di legge prevede, inoltre, l’istituzione della banca dei capelli con la funzione non solo di promuovere la cultura della donazione di capelli naturali ma soprattutto di raccogliere le donazioni e di stipulare convenzioni con le ditte produttrici di parrucche per abbattere i costi di acquisto. «È una battaglia importante – sottolinea Lo Curto – perché, in questi casi, la dimensione estetica non è indifferente: i capelli non possono essere considerati alla stregua di un’unghia ma sono fondamentali per l’identità e la salute psichica della persona».
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