Parco Gambetta, area verde affoga tra rifiuti e vandali Le telecamere? Ci sono ma non sono più in funzione

Porte, poltrone, materassi, materiale edile e contenitori di plastica di tutti i generi. È questo il panorama che si presenta davanti agli occhi di chi decide di trascorrere del tempo all’aria aperta all’interno del parco Gambetta. Uno dei polmoni verdi cittadini, nell’omonima traversa del viale Mario Rapisardi, che si trova da anni in stato di abbandono. 

Ad accoglierci è subito un’area degradata, circondata da montagne di rifiuti: non solo mobilia, ma anche materiale da rollaggio come cartine e bustine solitamente utilizzate per lo spaccio di marijuana. «Sono dappertutto – spiega un residente a MeridioNews -, servirebbe più attenzione e un piano di riqualificazione». Sì, perché il parco è da sempre nel mirino dei vandali: dall’inciviltà di chi butta una carta per terra agli atti che, per un lungo periodo, hanno reso inutilizzabili le uniche due strutture da gioco per bambini. «Ma rispetto a tre anni fa – sottolinea un giovane intento a praticare jogging – la situazione è un po’ migliorata». Le strutture adesso ci sono e sono utilizzabili, ma attorno è un continuo susseguirsi di cartacce ed escrementi. 

Il parchetto – come si legge sull’insegna affissa all’ingresso – rientra nell’ambito del Programma operativo nazionale Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia per il periodo compreso tra il 2000 e il 2006. Tra gli obiettivi c’era l’adattamento tecnologico dei sistemi d’informazione e di comunicazione relativi alla sicurezza e alla promozione della legalità. Come per esempio l’installazione di telecamere nelle aree più a rischio. Per questo il parco sembrerebbe essere sottoposta a videosorveglianza, ma il condizionale è d’obbligo perché gli occhi elettronici presenti sono danneggiati da anni.

La situazione del parco è tornata alla ribalta dallo scorso settembre, quando il comitato Terranostra, per voce del suo componente Carmelo Sofia – ex consigliere comunale e tra i banchi dell’amministrazione Bianco dal 2013 fino al 2018 quando abbandonò lo scranno in favore di Ernesto Calogero -, ha lanciato un appello al Comune per trovare una soluzione che possa riqualificare la zona.

Gabriele Patti

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