Il marchio Parco dell’Etna nasce con l’obiettivo di identificare, patrocinare e tutelare la
collettività operante all’interno dell’area Parco. Grazie a un nuovo logo e a inediti programmi
strategici e di sviluppo, il Parco dell’Etna riunirà sotto un’unica voce le realtà del suo territorio:
aziende, persone, prodotti e servizi accomunati dalla volontà di salvaguardare valori ambientali,
tradizioni e processi sostenibili che contribuiscono alla crescita e all’eccellenza di un’area dal
valore inestimabile. Il brand Parco dell’Etna è sinonimo di territorio, innovazione, sostenibilità, benessere,
futuro.
Il nuovo marchio sarà realizzato in collaborazione con il dipartimento di Giurisprudenza
dell’Università di Catania – per lo studio e la realizzazione del disciplinare e della normativa che lo
regolamenteranno – e con l’Accademia delle Belle Arti per gli aspetti di realizzazione grafica.
Cos’è il Parco dell’Etna
Con i suoi 59mila ettari e ben venti comuni attivi, il Parco dell’Etna ospita un sito che dal 2013 è patrimonio dell’Unesco.
Fu negli anni Sessanta che si iniziò a parlare dell’istituzione di un Parco dell’Etna, cioè nel periodo
in cui gli amanti del vulcano attivo più alto d’Europa si accorsero che c’era la necessità di tutelare la natura dall’invasione
del turismo di massa, conseguente alla diffusione dei mezzi di trasporto personali.
La Regione Siciliana lo istituì solo nel maggio del 1981, sebbene per la reale costituzione del Parco
passarono ancora sei anni, giungendo quindi al 17 marzo 1987.
Lo scopo del Parco è quello di tutelare, regolamentare e coordinare l’interazione uomo-ambiente
per uno sviluppo sempre più sostenibile. Il territorio è stato suddiviso in quattro zone, alle quali corrispondono diversi livelli di
tutela. Nell’area di riserva integrale (zona A) la natura è conservata nella sua integrità,
limitando al minimo l’intervento dell’uomo; nell’area di riserva generale (zona B) si coniuga la
tutela con lo sviluppo delle attività economiche tradizionali: è caratterizzata da piccoli
appezzamenti agricoli ed è contrassegnata da splendidi esempi sia di architettura rurale che di
antiche case contadine; nell’area di protezione a sviluppo controllato (pre-Parco) costituita dalle
zone C e D – che si presenta notevolmente antropizzata – si persegue uno sviluppo economico compatibile con il rispetto del paesaggio e dell’ambiente.
Il marchio Parco dell’Etna
Tra le sfide che competono al Parco dell’Etna c’è quella di creare un rapporto di fiducia e di
reciproca collaborazione con chi vive e opera all’interno del parco, spesso percepito come insieme
di limitazioni e divieti, più che di opportunità. In questo senso l’ente gestore è da intendersi come
modello evoluto di assetto territoriale, capace di coniugare la conservazione della natura con uno
sviluppo ecosostenibile delle aree soggette a tutela.
Nasce da queste basi l’idea di dar vita a un marchio collettivo.
L’utilizzazione come segno distintivo serve a contraddistinguere i
prodotti e i servizi delle imprese in ragione della loro specifica provenienza (il perimetro del Parco
appunto), ma anche in funzione del livello di sinergia con la peculiari caratteristiche del territorio
in cui operano.
In questo senso il marchio dovrebbe subito richiamare nella mente dei consumatori e degli utenti
non solo la provenienza o la collocazione geografica, ma anche concetti legati alla qualità
dell’ambiente naturale e alla sostenibilità.
Per individuare le imprese che potranno beneficiare del marchio collettivo – e che dunque
potranno essere considerate alleate dell’ente gestore – bisogna innanzitutto tenere presente le
finalità dell’ente Parco (art. 1 dello Statuto), ovvero:
– la protezione, conservazione e difesa del paesaggio e dell’ambiente naturale;
– la riqualificazione dei valori naturali presenti nell’ambito del Parco e la ricostituzione di
quelli degradati;
– il corretto assetto e uso dei territori costituenti il Parco, programmando e progettando gli
interventi finalizzati e realizzando le relative opere direttamente o mediante delega ai
Comuni interessati;
– il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni residenti, promuovendo lo
sviluppo delle attività produttive e lavorative tradizionali;
– I’uso sociale e pubblico dei beni ambientali, favorendo le attività culturali e ricreative,
nonché quelle turistiche e sportive compatibili con le esigenze prioritarie di tutela.
Perché un marchio collettivo
Nell’ottica dello sviluppo socio-economico locale un marchio collettivo è una soluzione che
presenta i seguenti vantaggi:
– è utilizzabile da imprese diverse che condividono la localizzazione geografica e quelle
regole che ne identificano la specificità e unicità;
– è un marchio plurisettoriale, in quanto destinato a diverse attività di produzione e servizi;
– è uno strumento di promozione e comunicazione, e come tale è finalizzato a creare
relazioni tra l’area del Parco, i consumatori e i mercati globali;
– è uno strumento per il miglioramento continuo delle performance delle imprese rispetto ai
temi legati all’ambiente e della sostenibilità.
Chi riceverà il marchio
L’ente Parco ha una competenza unica e specifica nei confronti del mantenimento e del
miglioramento della qualità ambientale del territorio.
Ha senso dunque che limiti la concessione del marchio a chi lo aiuta a rispettare i propri fini
istitutivi, ovvero a chi persegue o si impegna a perseguire obiettivi di sostenibilità in comune con
l’ente gestore.
Ciò vuol dire che concessionari del marchio potranno essere solo coloro che fanno qualcosa che va
nella stessa direzione della politica del Parco, sulla base di criteri chiari e condivisi.
Fare qualcosa per un territorio dal valore inestimabile, all’insegna dell’innovazione e della crescita
sostenibile – di cui il nostro pianeta ha bisogno – perché si crei benessere, inteso come salute e
come tentativo di ricucire il rapporto tra esseri umani e natura.
Tutti elementi, questi, segnano l’unico percorso da seguire per
vivere un futuro migliore nel nostro territorio e nel pianeta nel suo complesso. Territorio, innovazione, sostenibilità, benessere e futuro: tutto questo è Parco dell’Etna!
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