Parco dell’Etna, avviato il progetto per servizio navette «Impatto negativo? I percorsi sono accessibili con i mezzi»

«Vogliamo che accanto alla parola Etna si possano accostare azioni sostenibili, in modo che tutti godano del Parco: per questo motivo abbiamo dato le autorizzazioni ai Comuni di Bronte e Maletto perché gli interessati possano usufruire di alcune piste già esistenti. Sarà anche l’occasione per monitorare alcune zone». A parlare a MeridioNews è Carlo Caputo, presidente del Parco dell’Etna, dopo il rilascio dell’autorizzazione che permette ai Comuni di Bronte e Maletto di poter percorrere con alcune navette i percorsi che portano al versante Ovest del vulcano. Siamo in quella che viene definita la zona A del Parco – con un alto insediamento naturalistico – che riguarda Sciare di Roccazzo della Bandiera e Piano dei Grilli. L’iniziativa prevede il raggiungimento dei luoghi sotto la competenza dei due Comuni tramite alcune piste già esistenti e utilizzate dal personale del Corpo forestale e dalla Protezione civile. L’obiettivo è quello di trasportare in più corse giornaliere un massimo di 120 persone complessive con l’accompagnamento di alcune guide.

E se da un lato dal Parco dell’Etna e da parte dei due Comuni c’è la soddisfazione per aver raggiunto un accordo che si aspettava già da qualche anno, dall’altro l’iniziativa non è andata giù alle associazioni ambientaliste, che con una lettera hanno contestato il rilascio dell’autorizzazione. Per gli attivisti la scelta di portare i mezzi nella Zona A sarebbe in contrasto con il regolamento del Parco, che in quel punto «vieta espressamente il passaggio con mezzi autorizzati». Sempre secondo le associazioni sarebbe stata sottovalutata la valenza dell’area e non si terrebbe conto dei valori naturalistici. Gli ambientalisti sostengono come l’accesso dei mezzi motorizzati in questi luoghi possa determinare un impatto significativo per l’ambiente circostante: per la vegetazione e per le specie animali che abitano quelle zone dell’Etna. Adesso, in maniera congiunta, le sigle chiedono di essere informate in ordine agli sviluppi del procedimento. E qualora non ci fosse il ritiro in «autotutela del provvedimento», non escludono il ricorso alla competente all’Autorità giudiziaria». A sottoscrivere la lettera sono stati Lipu Catania, Wwf Sicilia nord orientale, Legambiente Circolo Etneo, Legambiente Catania, Federescursionismo Sicilia, Italia Nostra Catania, Assoguide, Net, Club Alpino Italiano.

Ai punti sollevati dagli ambientalisti non si fa attendere la replica da parte di Caputo, che specifica come l’Etna sia «un parco naturale, non una riserva. Le attività devono essere compatibili con l’area – commenta – A tal proposito 120 persone non possono creare un impatto negativo, anche perché attualmente non conosciamo la tipologia di impatto che può esserci in quella zona: questa iniziativa potrebbe essere utile anche per stabilirlo». Da quanto sostiene Caputo, le piste, già esistenti, possono essere percorsi da mezzi motorizzati. «Tutto sarà regolamentato con gps e i percorsi saranno circoscritti – continua il presidente del Parco – Sarà l’occasione per fare in modo che 120 persone, compreso chi ha una disabilità, possano godere comodamente di una parte dell’Etna, arrivando lì con le navette: i mezzi saranno o elettrici o ibridi. Faremo in modo da evitare i mezzi Euro 6. Le persone saranno accompagnate dalle guide specializzate. Non dobbiamo avere paura di creare turismo sull’Etna, soprattutto se con modalità ecosostenibili». Infine, Caputo si rivolge alle associazioni. «Ho sempre prestato ascolto alle associazioni ambientaliste – sottolinea – Ma dobbiamo discutere su dati concreti: se mi dicono che due o tre corse al giorno di una navetta che transita su pista forestale crea impatto negativo, è qualcosa che faccio difficoltà a comprendere».

Intanto, dopo l’autorizzazione ottenuta, i Comuni di Maletto e Bronte sono decisi ad andare avanti. «Adesso dobbiamo realizzare un bando di affidamento rivolto alle ditte specializzate – afferma il sindaco Giuseppe De Luca – Incontreremo il Corpo dei forestali e poi dobbiamo individuare le ditte, così potrà partire il servizio. Non stiamo facendo altro che rispettare ciò che l’Etna ci ha dato, nella tutela dell’ambiente, in tutta la sua integrità: noi vogliamo che l’Etna venga vissuto col principio del rispetto. Proprio per questo stiamo utilizzando dei bus non inquinanti». Il sindaco di Bronte Pino Firrarello, dopo la convenzione stipulata con Maletto, afferma che ancora tutto il progetto dovrà essere sviluppato. «Ci vuole tempo – afferma Firrarello – Verrà istituito un servizio di biciclette, sistemeremo i servizi igienici della casermetta nella parte che interessa Bronte, Per fare tutte queste opere, oltre a individuare le ditte che si occuperanno del servizio, ci servirà un po’ di tempo». Entrambi i sindaci hanno assicurato che il progetto potrebbe partire non prima del prossimo anno.

Carmelo Lombardo

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