Hanno dichiarato guerra al manager dell’ospedale Papardo Michele Vullo, reo, a detta dei sindacati Uil Fp e Anaao Assomed, di non aver avuto i titoli necessari per ricoprire questo ruolo quando è stato assunto. L’hanno definita un’operazione trasparenza. Una battaglia avviata dopo la mancata ammissione dell’attuale manager alla lista per la nomina di direttore generale delle Aziende sanitarie provinciali e ospedaliere della Regione Calabria.
Nel 2011, Vullo non viene assunto per mancanza d’esperienza di direzione. Andando a ritroso, Uil Fpl e Anaao-Assomed si soffermano sul suo curriculum vitae, concentrandosi sul servizio prestato presso l’Azienda ospedaliera Santobono-Pausilipon di Napoli dal 15 febbraio 2002, nella qualità di direttore della Uoc di relazioni sindacali, formazione, valutazione dirigenza, controllo e implementazione della legalità. Successivamente, dal febbraio 2003 al 2006, ricopre il ruolo d’infermiere categoria d presso l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, ruolo da cui si mette in aspettativa per ricoprire quello di direttore del dipartimento di qualità aziendale.
Il problema principale per i sindacati è che attualmente Vullo non risulta né partecipante né vincitore di un concorso pubblico di dirigente amministrativo. «Il presidente Crocetta ha nominato una commissione che per 22 mesi che ha valutato tutti i profili e le successive nomine dei manager – ha spiegato il segretario provinciale dell’Anaoo Assomed, Pietro Pata -. Nove sigle sindacali a febbraio del 2016 hanno chiesto di controllare i titoli dei direttori generali chiacchierati». A spiegare perché i sindacati hanno avviato questo controllo certosino sui requisiti del manager Vullo è il segretario provinciale della Uil Fpl Giuseppe Calapai: «Quando abbiamo scoperto che la Regione Calabria aveva escluso Vullo per carenza di requisiti, abbiamo chiesto l’accesso agli atti».
Secondo il sindacalista, non è stato semplice come pensavano perché «prima abbiamo riscontrato qualche resistenza, poi una risposta negativa da parte della Regione Calabria». Ecco perché si sono rivolti al Tar di Catanzaro. «Riteniamo che se c’è anche un minimo dubbio questo deve essere chiarito. Deve essere Vullo stesso a chiedere chiarezza. Fino al 2006 era un infermiere poi è diventato dirigente, ma non ha mai dichiarato di aver fatto il corso». A chiedere traparenza è anche Mario Macrì, responsabile della Uil-Fpl Medici, che sottolinea come «nonostante la selezione voluta dalla Regione, alla fine sono stati presi dei manager al di fuori della lista stilata dal gruppo di lavoro organizzato dall’ex assessore Borsellino». E ribadendo la presunta mancanza dei requisiti ricorda che «noi abbiamo scoperto che dal 2003 fino al 2006 Vullo era infermiere al Sant’Elia di Caltanissetta, scoperta fatta solo grazie all’elenco regionale dei dipendenti, altrimenti tutto sarebbe rimasto nascosto».
Non si è fatta attendere la replica di Vullo. «Nella mia carriera ho partecipato a quattro concorsi per il ruolo di direttore generale. In Puglia, in Sicilia, nel Lazio e in Calabria. In tre casi Puglia, Lazio e Sicilia, hanno ritenuto validi i miei titoli e mi hanno fatto partecipare alle prove finali. In un solo caso in Calabria, per motivi che mi sfuggono, sin dalla presentazione delle domande hanno giudicato non sufficienti i titoli». Il dg dell’ospedale Paprdo infine invita chiunque pensa «che io sia in difetto presenti una denuncia in procura. Io provvederò a tutelare la mia immagine come ho già fatto in passato in tutte le sedi opportune».
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